(République Togolaise). Stato dell'Africa occidentale (56.600 km²). Capitale: Lomé. Divisione amministrativa: regioni (5). Popolazione: 5.615.000 ab. (stima 2008). Lingua: francese (ufficiale), ewe, kabré. Religione: animisti/credenze tradizionali 50%, cattolici 23%, musulmani sunniti 15%, protestanti 12%. Unità monetaria: franco CFA (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,479 (159° posto). Confini: Burkina Faso (N), Benin (E), golfo di Guinea (S), Ghana (W). Membro di: CEDEAO, OCI, ONU, UA e WTO, associato UE.

Generalità

Il Togo ha subito con particolare asprezza l'urto e le contraddizioni del dominio europeo, passando attraverso il colonialismo della Germania, della Gran Bretagna e della Francia. La sua formazione nazionale è stata pertanto difficile e dopo l'indipendenza (che ha in effetti riguardato solo la sezione orientale dell'ex Togo tedesco, essendo quella occidentale passata al Ghana) la vita politica ha dimostrato una pericolosa tendenza all'instabilità e alla disgregazione. A questo si affianca un passato coloniale pesante, che all'inizio del Duemila è ancora visibile nell'assetto territoriale, nella distribuzione della popolazione (a vantaggio della costa) e dalle condizioni culturali e socioeconomiche. La dipendenza da pochi prodotti (cotone, caffè, cacao, fosfati) sottopone inevitabilmente il Paese alle fluttuazioni di mercato. Dal punto di vista politico, se il Togo ha avuto una transizione meno convulsa rispetto ad altri stati della regione, ciò è dovuto a una relativa stabilità istituzionale realizzata attraverso un regime personalistico, solo in parte messo in crisi, nel 2005, dalla morte di Gnassingbé Eyadéma.

Lo Stato

Indipendente dal 27 aprile 1960, già in amministrazione fiduciaria francese, il Togo è una Repubblica. In base alla Costituzione del 1992, che introduce al multipartitismo, il presidente, eletto a suffragio diretto con mandato di 5 anni, detiene il potere esecutivo e nomina il Primo ministro; mentre all'Assemblea nazionale, i cui membri sono eletti a suffragio diretto con mandato di 5 anni, spetta il potere legislativo. Al vertice dell'amministrazione giudiziaria si trova la Corte suprema; successivamente sono presenti le Corti d'appello e i tribunali di prima istanza. Inoltre sono stati creati due tribunali speciali: la Court de sûreté de l’État, che si occupa dei crimini commessi contro la pubblica sicurezza, e il Tribunal special chargé de la répression des détournements de dernier public, che agisce come organo controllore delle spese fatte con i fondi stanziati dallo Stato. Dal giugno 2009 non è più in vigore la pena di morte; le esecuzioni non avevano luogo dal 1978. La difesa del Paese è affidata alle forze armate, divise nelle tre armi tradizionali. Accanto a queste lavora la gendarmeria. Le forze armate vengono di norma addestrate dalle truppe francesi presenti sul territorio. Notevole è stato l'impulso dato negli ultimi anni all'istruzione, soprattutto grazie al potenziamento delle scuole gestite dai missionari; pur essendosi ridotto, il tasso di analfabetismo è ancora molto alto, infatti in base a stime del 2006 la percentuale di analfabeti era del 46,8%. L'educazione è obbligatoria e gratuita dai 6 ai 12 anni. La scuola primaria, a carattere prevalentemente pratico, ha la durata di 6 anni. L'insegnamento secondario ha durata di 7 anni articolati al loro interno in due cicli: uno di 4 anni fornisce una preparazione generale e uno di 3, che è di indirizzo generale, tecnico, industriale o commerciale. Quest'ultimo triennio consente l'accesso all'istruzione superiore, impartita nell'Università di Lomé, aperta nel 1970, e nell'Università di Kara, inaugurata nel 2004.

Territorio: geografia fisica

Il Togo è costituito da una stretta fascia (da 50 a 120 km di larghezza) che si allunga per ca. 600 km tra il 6º e l'11º latitudine N. Dal punto di vista geologico il territorio rappresenta una sezione molto antica del continente africano che non fu mai ravvivata né da vistose dislocazioni, né da movimenti orogenetici: si possono riconoscere a E e a S una zona precambriana, costituita dalle più antiche formazioni dello zoccolo continentale (micascisti, gneiss, quarziti, con intrusioni granitiche), e una zona paleozoica a W e a N. Nei suoi lineamenti morfologici il territorio si presenta come una successione di diverse fasce che dal mare si portano pressoché parallele verso l'interno. La costa è bassa e sabbiosa, orlata di lagune, stagni, piccoli laghi che si allungano sul litorale; al di là si stende una regione collinare, con una profondità variabile dai 30 ai 40 km, e che raggiunge un'altitudine di 100-200 metri. Ancora più all'interno il rilievo, pur conservando inalterato il suo tipico aspetto senile, si eleva gradualmente e assume la forma di altopiano sui 400 m su cui si elevano i Monti del Togo (1020 m), sezione dell'ampia dorsale che separa i bacini dei fiume Niger e Volta; essi attraversano il Paese in senso submeridiano, costituendone l'elemento morfologico più caratteristico. Infine a NW dei Monti del Togo il territorio torna nuovamente ad abbassarsi in corrispondenza del bacino del medio corso del fiume Oti. § La rete idrografica è piuttosto semplice. L'asse orografico dei Monti del Togo costituisce infatti la principale linea displuviale del Paese, dividendolo in due grandi bacini, ambedue tributari del golfo di Guinea: a NW quello dell'Oti, a SE quello del Mono; entrambi sono ricchi d'acqua nella stagione delle piogge, pressoché asciutti nel periodo secco. L'Oti, che nasce nel Benin col nome di Pendjari, segna per lungo tratto il confine tra Togo e Ghana entrando poi in quest'ultimo Stato dove confluisce, dopo un corso complessivo di ca. 500 km, nel lago Volta. Più importante per il Togo è però il Mono, che attraversa interamente il Paese, arricchito da un ventaglio di affluenti, e tributa direttamente al golfo di Guinea dopo aver segnato nel suo corso inferiore il confine con il Benin. § A grandi linee si può dividere il Paese in due distinte regioni climatiche: il Togo settentrionale, caratterizzato da un regime pluviale che si avvicina a quello tropicale sudanese con un'unica stagione di piogge corrispondente ai mesi estivi e una stagione secca da ottobre ad aprile; il Togo meridionale, contraddistinto da un regime subequatoriale analogo a quello del vicino Benin con due stagioni di piogge (da marzo a giugno e da settembre a ottobre) quando il sole passa e ripassa allo zenit, inframmezzate da due brevi stagioni secche. Le piogge non sono molto copiose (770 mm annui a Lomé) ma aumentano nelle aree montuose interne, superando i 1000 mm nella sezione centrale e raggiungendo i 1700 mm nella fascia montuosa sudoccidentale, più esposta ai venti umidi provenienti dal golfo di Guinea; tornano a diminuire nella zona pianeggiante settentrionale. Anche per quanto riguarda le condizioni termiche, un'importanza notevole ha l'altitudine; in genere le temperature medie di tutti i mesi dell'anno si mantengono intorno ai 27 ºC sulla costa, ai 30 ºC nel Nord, con oscillazioni fra le medie estreme inferiori ai 5 ºC ma con variazioni diurne molto sensibili; le zone più elevate presentano eccessi termici meno marcati e quindi temperature più miti.

Territorio: geografia umana

Il Togo, ossia il Paese sulla costa della laguna (da to, laguna, e go, costa), era abitato originariamente da popolazioni paleonegritiche suddivise in piccole tribù di agricoltori itineranti (tingedane, tamberma, bassari, kabure o kabré); successivamente fu invaso da genti sudanesi appartenenti alla stirpe dei mossi e gruppi affini, provenienti da N, che crearono effimeri Stati. Nelle regioni meridionali la massiccia invasione degli ewe (sec. XII-XIV) portò all'unificazione degli autoctoni: gli ewe costituirono una sorta di federazione che contrastò ai gruppi mossi l'egemonia sul Paese fino a quando la tratta degli schiavi prima e la penetrazione europea poi ridussero, alla fine del sec. XIX, il Paese alla completa anarchia. Il fatto che il Togo non abbia mai conosciuto potenti ed evoluti organismi statali, in grado di imprimere alle varie popolazioni una certa omogeneizzazione culturale, ha avuto un ruolo di primaria importanza nel determinare le vicende del popolamento, caratterizzato ancor oggi dalla convivenza di decine di gruppi etnici ben distinti fra loro; i principali sono i kabré (24%), gli ewe (22%), i gourma (14%), gli uaci (o ouatchis, 10%), i tem (6%) e altri, in piccole minoranze (24%). La popolazione del Togo è in fase di notevole incremento; la densità di 99 ab./km² pone il Paese fra quelli più popolosi dell'Africa occidentale. Le regioni meridionali, specie quella Marittima, sono le aree di più fitto insediamento; i gruppi più rappresentativi (ewe, uaci, mina) sono agricoltori sedentari. Per contro il Centro e le regioni settentrionali presentano densità molto inferiori alla media e sono popolati da gruppi di seminomadi, tra cui i kabré. La popolazione urbana è in crescita (nel 2005 era il 39,9%), mentre quella rurale vive in villaggi di piccole e medie dimensioni. Nel Sud il villaggio è caratterizzato da capanne rettangolari, specie nelle aree più popolate, spesso allineate lungo la strada; numerosi sono lungo il lago Togo i villaggi palafitticoli dei pescatori. Nel Nord predomina invece il villaggio sudanese con le capanne circolari e in genere una distribuzione più svincolata dalle vie di comunicazione. I centri urbani sono dovuti per gran parte alla colonizzazione europea. Il centro principale è la capitale Lomé, di creazione abbastanza recente. Il suo nome, che significa “piccolo mercato”, richiama la funzione che la città aveva all'epoca del colonialismo e trova conferma nel suo ruolo attuale di maggior centro commerciale, oltre che nodo stradale e ferroviario più importante del Paese. Gli altri centri hanno dimensioni assai modeste; situati sulla strada e la ferrovia che da Lomé portano verso il Nord, essi rappresentano il fulcro delle zone più popolate nei maggiori distretti agricoli e commerciali, come Sokodé, donde si dirama un'importante strada per Bassar (o Bassari), Atakpamé, Tsévié; Kpalimé, collegata per ferrovia con la capitale, è invece posta presso il confine con il Ghana e Aného è sulla ferrovia litoranea.

Territorio: ambiente

Le precipitazioni atmosferiche, relativamente poco abbondanti, non sono in grado di alimentare una copertura vegetale continua e intensa come la foresta pluviale, frequente invece in altre regioni guineane ma che qui è limitata alle aree più elevate e quindi più umide; nelle zone collinari e pianeggianti la foresta compare soltanto lungo i principali corsi d'acqua (foresta a galleria). Altrove predomina, quasi incontrastata, la savana più o meno arborata o arbustiva, spesso fortemente degradata dalle secolari attività delle popolazioni agricole; sulla costa è tipica la palma. La maggior parte della fauna selvatica è stata sterminata o messa in fuga: sopravvivono solo a N alcune specie di scimmie, bufali e antilopi, mentre lungo i fiumi abitano coccodrilli e ippopotami. La richiesta di terreni agricoli, unita alla scarsa tutela ambientale e alla mancanza di risorse sono le principali cause del progressivo depauperamento. Tra i problemi più importanti che il Paese deve affrontare ci sono la deforestazione su larga scala e l'erosione del suolo. Le aree protette costituiscono il 10,6% del territorio, comprendendo tre parchi nazionali e alcune riserve faunistiche.

Economia: generalità

Durante il periodo di colonizzazione tedesca il Togo vide valorizzata la propria economia: furono costruite strade, porti, ferrovie e altre infrastrutture per sfruttare le potenzialità agricole e le ricchezze minerarie. Passato sotto il controllo della Francia conobbe un'altra fase di sviluppo; le piantagioni di cacao, caffè e palma da olio si espansero e migliorarono la loro produzione. All'acquisizione dell'indipendenza, (1960) il piccolo Paese venne considerato un po' come l'elemento di equilibrio fra gli Stati anglofoni e quelli francofoni dell'Africa occidentale e riuscì ad assumere una posizione di primo piano nella creazione della Comunità Economica dell'Africa Occidentale (CEDEAO), istituita a Lagos nel 1975; la capitale togolese ebbe inoltre avuto il privilegio di essere scelta come sede della convenzione di Lomé tra i membri della Unione Europea e dalla cinquantina di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Paesi ACP) allo scopo di regolare le relazioni commerciali e finanziarie, nonché la cooperazione economica e tecnica fra i Paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati. Gli anni Ottanta del Novecento videro profondamente cambiare la situazione del Paese: si verificò una forte crisi finanziaria e il Togo contrasse un profondo indebitamento con l'estero. All'instabilità economica si aggiunse quella sociale. Caratterizzato, anche in anni recenti, da una gravosa dipendenza dal capitale estero, nonostante gli aiuti del FMI e della Banca Mondiale, il Paese nel 2008 registrava un PIL di 2.280 ml $ USA e un reddito pro capite di appena 436 $ USA (2008).

Economia: agricoltura, foreste, allevamento e pesca

Ben il 56% della popolazione attiva è occupata nell'agricoltura in un Paese dove ca. il 48% del territorio dello Stato è coltivabile. Esiste ancora il divario fra un'agricoltura destinata al consumo locale e un'agricoltura di piantagione, i cui prodotti sono in genere esportati. Fra i prodotti destinati al consumo interno prevalgono i cereali, come mais, miglio, sorgo e riso, oltre alla manioca, diffusa un po' in tutto il territorio; le principali colture di piantagione sono costituite da cacao, caffè, presente nel Togo centroccidentale, palma da olio e da cocco, diffusa nella fascia meridionale, arachidi e cotone, coltivato nell'area centrale e la cui produzione è in forte espansione. § Le foreste appaiono fortemente degradate per l'irrazionale sfruttamento del passato, che le ha soprattutto impoverite delle essenze di pregio. § Bovini , ovini e caprini sono gli animali più allevati. § Nella laguna costiera è tradizionalmente attiva la pesca.

Economia: industrie e risorse minerarie

L'attività industriale è estremamente limitata; oltre a un importante stabilimento attrezzato per la lavorazione dei fosfati, si hanno solo piccole aziende, quasi tutte ubicate a Lomé e che per lo più trasformano i prodotti agricoli, producendo beni di largo consumo (oleifici, birrifici, cotonifici, calzaturifici, zuccherifici, saponifici ecc.), cui si aggiungono un cementificio e una raffineria di petrolio, entrata in funzione nel 1978 e che utilizza il greggio proveniente dalla Nigeria. § I fosfati, scoperti in Togo nel 1952 e che nel 1985 arrivarono ad assicurare una produzione quantificabile intorno ai 3,5 milioni di t annue, rimangono la voce più importante del settore minerario anche se la loro produzione è diminuita a causa dei maggiori costi di estrazione e dalla precisa politica economica volta a non rendere troppo dipendente il Paese da questo prodotto. Il Togo possiede inoltre minerali di ferro, cromo e manganese. Mancano i minerali energetici, per cui il Paese deve ricorrere a cospicue importazioni di petrolio, necessario tra l'altro per alimentare le centrali elettriche; nel 2007 è stato inaugurato un gasdotto ("West African Gas Pipeline"), di ca. 1000 km, che distribuisce nel Paese il gas dei giacimenti nigeriani.

Economia: commercio e comunicazioni

Gli scambi non sono molto intensi, né quelli interni né quelli con l'estero; il Togo esporta cotone, fosfati, cacao, caffè ecc., mentre importa in prevalenza macchinari, combustibili, prodotti industriali vari, generi alimentari. La bilancia commerciale è costantemente in grave passivo (le esportazioni coprono da metà a un terzo delle importazioni); gli scambi più intensi si svolgono con Ghana, Burkina Faso, Benin e, in Europa, Gran Bretagna, Francia, Belgio e Paesi Bassi. § Per quanto riguarda le vie di comunicazione, il Paese è relativamente sviluppato, specie nella sezione meridionale, più densamente popolata. Le ferrovie, che si estendono su ca. 570 km, comprendono una linea che si diparte da Lomé verso l'interno (la capitale è naturalmente il perno di tutte le comunicazioni) e un'altra che segue la costa sino al Benin. La rete stradale misurava (1999) poco più di 7500 km (dei quali solo la metà asfaltati); nel 1980 è stata ultimata l'arteria che unisce il Nord e il Sud del Paese, collegando il Burkina Faso, il Niger e il Mali – Paesi tutti privi di sbocco al mare – con il porto di Lomé, destinato quindi a svolgere un ruolo di rilievo per buona parte dell'Africa occidentale. Oltre che principale scalo marittimo del Paese, per Lomé passa tutto il traffico del Togo con l'estero, la capitale ospita anche uno dei due aeroporti internazionali del Paese (l'altro è Niamtougou).

Storia

Per la sua posizione geografica il Togo fu al centro di emigrazioni e di conquiste a opera dei vicini regni di Abomey e degli Ashanti. Di queste vicende si hanno notizie più precise a iniziare dalla seconda metà del sec. XVII. Tra i regni locali un certo rilievo assunse quello di Nuatja che ebbe in Agokoli (prima metà del sec. XVIII) il sovrano di maggior spicco. Intanto già a partire dal 1741-73 i portoghesi João de Santarém e Pedro de Escobar portarono sul litorale del Togo attuale, che nel secolo successivo fu al centro della tratta meritandosi il tristo appellativo di “Costa degli schiavi”. A cominciare dalla prima metà del sec. XVII i Francesi fondarono delle colonie commerciali. Nella contesa tra Francia e Gran Bretagna s'inserì però la Germania che, anche con l'appoggio di propri missionari, stabilì la sua influenza sul Togo grazie agli accordi conclusi nel 1882 col fiduciario del re di Anécho, Kouadjoavi. Il 4 luglio 1884 il console generale Gustav Nachtigal issava la bandiera tedesca a Bagida e il 5 a Lomé. Con i trattati del 1897 e del 1899 si definivano i confini rispettivamente coi territori francesi e inglesi. Scoppiato il conflitto mondiale, il Togo venne occupato nell'agosto 1914 da forze anglo-francesi e affidato nel 1919 dal Consiglio Superiore Alleato come mandato B (poi legittimato dalla Società delle Nazioni) alla Francia e in parte minore alla Gran Bretagna (Togoland). Nel dicembre 1946 il mandato venne trasformato in amministrazione fiduciaria dall'ONU. Il 24 agosto 1956 il Togo francese acquistò, previa intesa con l'ONU, lo status di Repubblica autonoma con N. Grunitzky come primo ministro, mentre nello stesso anno il Togo anglofono sceglieva mediante referendum l'annessione al Ghana. In base alla risoluzione del 1957 dell'Assemblea Generale dell'ONU che prevedeva la cessazione dell'amministrazione fiduciaria sul Togo nel 1960, questo territorio accedette alla piena indipendenza il 27 aprile 1960 e, nell'aprile dell'anno seguente si diede una Costituzione di tipo presidenziale: Olympio diveniva capo dello Stato. La vita del Togo fu però travagliata da ricorrenti e drammatiche crisi interne: nel gennaio 1963 Olympio fu assassinato e il potere venne assunto da Nicolas Grunitzky, che promulgò il 5 maggio 1963 una nuova Costituzione. Nel gennaio del 1967 con un colpo di Stato salì al potere il colonnello É. G. Eyadéma: con lui e con il suo regime personalistico si apriva per il Togo un periodo di stabilità e di progresso. Nel 1969 fu fondato il nuovo partito unico, il Rassemblement du Peuple Togolais (RPT) e dieci anni più tardi, nel 1979, furono indette le elezioni. I togolesi approvarono la nuova Costituzione ed elessero Eyadéma presidente. Nel gennaio del 1980 fu proclamata la nascita della “Terza Repubblica”. Nel corso degli anni Ottanta del secolo scorso, superato nel 1986 un tentativo di colpo di Stato, la vita politica interna conobbe una progressiva, anche se difficile,democratizzazione, culminata nella Conferenza nazionale (8 luglio-28 agosto 1991) che poneva fine al monopolio politico del RTP, eleggeva primo ministro ad interim J. Kokou Koffigoh attribuendogli gran parte dei poteri del presidente in carica Eyadéma e, infine, creava l'Alto Consiglio della Repubblica (ACR), supremo organo legislativo, con il compito di guidare il Paese verso un sistema multipartitico. Contrario a tale evoluzione Eyadéma organizzò un golpe militare: le Forze armate occuparono la sede del governo, sciolsero l'Assemblea legislativa e Koffigoh venne sequestrato per alcune ore. Per porre fine agli scontri armati, il capo dello Stato e il primo ministro formarono un governo provvisorio di unione nazionale che fissava un calendario per un ritorno alla democrazia. Le elezioni presidenziali (25 agosto 1993), largamente boicottate dalle forze di opposizione, riconfermarono però Eyadéma a capo dello Stato. In un clima di crescente agitazione politica e sociale un centinaio di individui armati cercarono di uccidere Eyadéma. Le elezioni legislative del febbraio 1994, registrarono la vittoria delle opposizioni, che furono costrette a formare un governo che includesse i membri del vecchio regime. Anche le nuove elezioni presidenziali, di nuovo caratterizzate da brogli, (1997) videro riconfermato Eyadéma alla guida del Paese: nei mesi successivi si susseguirono numerose manifestazioni di protesta. Un rapporto di Amnesty International, nel maggio 1999 denunciava gravi violazioni dei diritti umani e centinaia di uccisioni avvenute in occasione delle presidenziali del 1998. Nel 2001 avrebbero dovuto essere indette elezioni parlamentari, ma non vennero concesse dal regime e, ancora una volta fra le proteste delle opposizioni, le elezioni presidenziali del 2003, riconfermarono Eyadéma. Dopo quasi quarant'anni di potere Eyadéma nel 2005 morì: la Costituzione venne modificata e gli succedesse il figlio Faure Gnassingbé. In seguito alle proteste internazionali e agli scioperi indetti dall'opposizione, egli indisse elezioni presidenziali (aprile 2005) e le vinse; l'opposizione invitò all'insurrezione, centinaia di persone morirono durante gli scontri. In giugno Edem Kodjo venne nominato primo ministro. Nell'agosto 2006 il governo insieme ai partiti politici e a rappresentanti della società civile firmava un accordo, che consentiva di superare la crisi innescata dall'elezione di Gnassingbé, in quanto prevedeva la formazione di un governo di unità nazionale e la convocazione delle elezioni politiche. La formazione di questo governo, guidato da un esponente delle opposizioni, Yawovi Agboyibo, concedeva stabilità al Paese. Nel 2007 si svolgevano le elezioni legislative, vinte dall'RPT, partito del presidente F. Gnassingbé. Nel 2009 il parlamento decideva all'unanimità di abolire la pena di morte. Nel marzo 2010 il presidente vinceva le elezioni (60,9%), sconfiggendo Jean-Pierre Fabre, leader dell'Unione delle forze per il cambiamento.

Cultura: generalità

I numerosi gruppi etnici sono culturalmente distinti, ma hanno alcune caratteristiche in comune; le varie comunità, infatti, sono dirette da un capo, e si reggono grazie a una struttura sociale, politica ed economica ben definita, che ha la famiglia come perno e nella quale vengono incoraggiati i valori culturali e sociali. La vita quotidiana è scandita da antiche abitudini, riti e superstizioni, mentre i momenti salienti della vita di ogni individuo, come la nascita, la pubertà, il matrimonio e la morte vengono celebrati con feste particolari. La tradizione rivive anche nella danza e nella musica, dove si trattano temi come l'amore, la morte, la caccia. L'artigianato tipico è quello della stampa a cera e del batik nei tessuti; molto noto è anche il tessuto kente degli ewe, dai colori tipicamente poco vivaci. In molte aree è ancora possibile assistere a feste tradizionali che continuano ad avere grande popolarità e risonanza: nella regione settentrionale di Kabyé, per esempio, a Evala, nel mese di luglio, si tiene una grande festa che celebra l'ingresso nell'età adulta; nel corso di essa si tengono lotte spettacolari, dove i lottatori sono cosparsi di grasso, e si fanno prove come camminare sui carboni ardenti. Particolarmente sentite sono anche le feste del raccolto, nel mese di agosto, che si tengono in varie località. Nel 2004 l'UNESCO ha iscritto nelle proprie liste le tipiche case fortificate (dette tata) dei tamberma, che si trovano nella zona nordorientale, non lontano da Kara. Si tratta di edifici di paglia, legno e argilla, con torri coperte da tetti conici che fungono da magazzini per granaglie. La pietanza principale che viene consumata in Togo è il pâte, una specie di impasto a base di frumento, miglio, patate dolci o manioca accompagnato con salse di granchio, spinaci o di arachidi. La carne più comune è quella di faraona, mentre altri piatti rinomati sono il koliko (patate dolci fritte) e l'abobo, spiedino di lumache.

Cultura: letteratura

Come negli altri Stati africani, anche nel Togo esistono due letterature, una in lingue locali, l'altra in lingua francese. Tra le letterature autoctone la più importante, originale e nota è quella in lingua ewe, la quale conta, accanto a una produzione orale, anonima, antichissima, ma ancor oggi viva, una buona produzione moderna. La narrativa è rappresentata da A. Kodzo, ma la migliore espressione della letteratura ewe è il teatro popolare, rappresentato dal lalo, creazione orale e collettiva, con canto e danza, e dalla cantata che, dal dramma biblico originario, con musiche e canti tradizionali, è andata evolvendo verso la commedia musicale, con temi profani e satira di costume. In questo genere si distinguono: M. A. Ama e L. Fiagan. Quanto alla letteratura in lingua francese, essa presenta poeti di medio livello e non del tutto svincolati dai modelli europei e dai temi della negritudine, come T.-V. Mensah. Più ampia la produzione narrativa, con D. Ananou, O. Abadji, V. Abadji (n. 1941), F. Sydol, M. K. E. Amegashie, con il togolese di adozione F. Couchoro (nato nel Benin 1900-1968). Nel teatro si distinguono: M. d'Almeida (n. 1949) e G. Laclé, C. Abolo, J. A. Mensah, M. Boko, E. Vovor, H. Ajavon e N. Zinsou, autori generalmente di commedie di costume su temi sociali. Nel campo della saggistica è interessante il lavoro di T.-V. Mensah A la recherche de la personnalité africaine (1960). Negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso domina la personalità di Y. E. Dogbé (n. 1939), oltre i romanzieri A. T. Ekue, J. Nago, A. J. Adotévi, K. M. Agokla, J. Atsou, K. Gomez, F. Mama e S. Messau. In campo teatrale ricordiamo N. S. A. Zinsou (n. 1946), A. S. Amenyedzi e K. Gomez. Nella saggistica si segnalano E. Kodjo, J. Amegbo e D. J. Madjri. All'inizio del sec. XXI autori di origine togolese, emigrati nei Paesi europei, scrivono nella lingua del Paese ospitante. È il caso di Kossi Efoui (n. 1962), fuggito in Francia per motivi politici, divenuto famoso per il suo romanzo La fabrique de cérémonies (La fabbrica di cerimonie; 2001); in Italia invece Kossi Komla-Ebri (n. 1954), laureatosi in medicina a Bologna nel 1974, è autore di diversi saggi e romanzi scritti in italiano (La sposa degli dei, 2005; Vita e sogni - Racconti in concerto, 2007).

Bibliografia

Per la geografia

J. Schramm, Togo, Bonn, 1962; G. Wülker, Togo, Tradition und Entwicklung, Stoccarda, 1966; H. Attignon, Géographie du Togo, Lomé, 1967; C. Feuillet, Le Togo en general, Parigi, 1976; M. Piraux, Le Togo aujourd'hui, Parigi, 1977.

Per la storia

R. Cornevin, Les Bassari du Nord Togo, Parigi, 1962; J.-C. Froelich, P. Alexandre, R. Cornevin, Populations du Nord Togo, Parigi, 1963; M. Guilhem, B. Sotomey, Togo: Récits historiques, Parigi, 1964; R. Delval, Les Musulmans au Togo, Parigi, 1974; A. J. Knoll, Togo Under Imperial Germany, 1884-1914: a Case Study in Colonial Rule, Stanford, 1978; R. Cornevin, Le Togo: des origines à nos jours, Parigi, 1988.

Per la letteratura

A. W. Cardinal, Tales in Togoland, Westport, 1970; S. Lafage, Contes de la Savane, Parigi, 1975; Y. E. Dogbé, Anthologie de la poésie togolaise, La Mée-sur-Seine, 1980; Autori Vari, La littérature togolaise, Lomé, 1987.

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