Tudor, Antony

nome d'arte del ballerino, coreografo e maestro di danza inglese William Cook (Londra 1909-New York 1987). Accostatosi già diciannovenne allo studio della danza (allievo di M. Rambert e, fra gli altri, di M. Craske), appena dopo tre anni di studi debuttò come coreografo con Cross-Garter'd (1931), creato per il Ballet Club, cui seguirono ben presto i primi capolavori: Jardin aux lilas (1936, poi ripreso come Lilac Garden), Dark Elegies (1937), Gala Performance (1938). Dopo alcuni tentativi di formare un proprio gruppo (il Dance Theatre con A. de Mille e H. Laing, 1937 e il London Ballet con Laing, 1938), si trasferì con Laing a New York, partecipando alla creazione del Ballet Theatre (diventuo poi American Ballet Theatre), alla cui evoluzione egli ha, da allora, largamente contribuito. Fra le novità messe in scena per la compagnia, il celebre Pillar of Fire (1942), che rivelò il talento drammatico di Nora Kaye, Romeo and Juliet (1943), Undertow (1945). Tudor lavorò a Stoccolma, per il Balletto Reale Svedese (1949-50), a New York, per il New York City Ballet (1951-52), a Toronto, per il National Ballet of Canada e ancora come direttore del Balletto Reale Svedese nella stagione 1963-64. Aveva intanto dedicato anche parte delle sue energie all'insegnamento, assumendo la direzione della scuola di ballo della Metropolitan Opera di New York (1950) ed entrando a far parte del corpo insegnante della Julliard School. L'atteso rientro sulla scena londinese avvenne nel 1967, con la creazione di Shadowplay per il Royal Ballet. Al 1975 risale la creazione di The Leaves Are Fading, uno dei suoi ultimi capolavori. Carattere schivo, Tudor ha trascorso i suoi ultimi anni in un silenzioso ritiro, diradando via via gli impegni e limitandosi di quando in quando a seguire la ripresa di alcuni dei suoi balletti più celebri. Unanimamente considerato uno dei maggiori coreografi del sec. XX, “il suo grande contribuito al balletto – ha scritto M. Clarke – consiste nel saper esprimere, attraverso il movimento, con straordinaria abilità, le più sottili fra le relazioni umane”.

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