Uru

nome collettivo con cui sono noti i gruppi etnici più arcaici dell'America andina, un tempo costituenti un terzo delle popolazioni indigene del Perù e della Bolivia, oggi ridotti a qualche migliaio d'individui puri poiché le poche tribù superstiti agli eccidi da parte degli Aymarà e degli Spagnoli conquistadores si sono in gran parte fusi con gli Indios locali. Gli Uru si opposero con successo all'espansionismo degli Aymarà, prima, e degli Inca, poi; solo dopo la conquista spagnola vennero progressivamente respinti nelle zone più impervie della regione e oggi si trovano confinati nei canneti dei laghi Titicaca, Poopo e Coipasa e in alcune aree lungo i fiumi Azangaro, Desaguadera e Lajahuira; qui le tribù più numerose sono quelle dei Chipaya, Morato e Iru-itu, che vivono di una modesta agricoltura e soprattutto di pesca praticata con le originali piroghe (balsa) fatte di canne e giunchi palustri. Antropologicamente sono portatori dei caratteri attenuati del tipo fisico lagide del sottogruppo amerindoide, con cranio dolicomorfo, statura molto bassa e brachischelia, faccia tonda e larga con zigomi poco rilevanti e naso piccolo dalla tipica insellatura; la loro lingua sembra appartenere alla famiglia arawak. La struttura sociale è basata sulla famiglia patriarcale a discendenza matrilineare; i vari clan, divisi in due fratrie esogamiche, sono retti da capi elettivi; la religione, di tipo animistico, è simile a quella degli Aymarà e dei Quechua; oggi il culto della “Madre Terra” è identificato con quello di Santa Maria Llauca e gli antichi spiriti delle montagne, laghi e fiumi, i mallku, con i Santi cristiani. Abitano capanne di giunchi a pianta circolare e tetto conico; usano mazze e bolas per la caccia, reti e nasse per la pesca; adoperano un'originale ceramica che ripete i modelli dei loro antenati Chullpa; hanno un abbigliamento costituito da un camicione ricoperto da una pesante veste stretta alla vita da una fascia e le donne portano la tipica “bombetta” andina. Ancora legati alle proprie tradizioni, gli Uru “selvaggi” (cioè quelli più puri) sono destinati alla completa estinzione, soprattutto perché osteggiati dai governi locali e perché i missionari cattolici spingono i giovani a integrarsi con i costumi degli Aymarà.

Trovi questo termine anche in:

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora