Vittòrio Amedèo II

re di Sicilia e poi re di Sardegna (Torino 1666-Rivoli 1732). Succeduto a 9 anni al padre Carlo Emanuele II, restò sotto la reggenza della madre Maria Giovanna di Nemours sino al 1684. Assunto quindi il potere e sposata Anna d'Orléans, nipote di Luigi XIV, governò con intelligente moderazione sforzandosi di sottrarre il Piemonte all'influenza francese. Nel 1690 entrò nella Lega d'Augusta, ma, sconfitto più volte dal Catinat, trattò una pace separata con Luigi XIV: grazie al Trattato di Torino (1696) ottenne Pinerolo e la restituzione delle terre occupate. Durante la guerra di successione spagnola fu prima a fianco della Francia, per passare poi dalla parte dell'Impero (1703). Con l'aiuto di Eugenio di Savoia riportò la grande vittoria di Torino (1706) e coi Trattati di Utrecht(1713) e di Rastadt (1714) ottenne la Sicilia (commutata nel 1720 con la Sardegna), il titolo regio, ampliamenti verso la Lombardia e un solido confine con la Francia. Deciso difensore dei propri diritti giurisdizionali, fu in conflitto fino al 1727 con la Santa Sede per il riconoscimento del dominio sulla Sardegna, limitò fortemente i privilegi feudali ed ecclesiastici e combatté il predominio clericale nell'insegnamento. Riorganizzò il Consiglio di Stato (1717) e promulgò un nuovo codice (1723-29). Nel 1730 abdicò in favore del figlio Carlo Emanuele III, ma l'anno successivo, reputandolo inetto, cercò di ritornare sul trono. Arrestato, fu confinato a Rivoli dove morì.

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