Vittorio Emanuele III di Napoli, Biblioteca-

Biblioteca Nazionale, fondata da Carlo di Borbone col fondo farnesiano proveniente da Parma e posta inizialente nel Palazzo degli Studi, fu aperta al pubblico nel 1804 da Ferdinando IV e assunse il nome di Reale Biblioteca di Napoli; nel 1816 divenne Reale Biblioteca Borbonica; nel 1860 fu dichiarata Biblioteca Nazionale. Dopo l'unità d'Italia il suo patrimonio si accrebbe con importanti donazioni tra cui la biblioteca teatrale Lucchesi-Palli. Nel 1910 l'Officina dei Papiri Ercolanesi fu annessa alla biblioteca, che oggi ospita un'eccezionale raccolta di papiri (ca. 1800) provenienti da Ercolano. Nel 1922, anche grazie al coinvolgimento di B. Croce, fu trasferita a Palazzo Reale e negli stessi anni vi furono annesse le altre biblioteche pubbliche napoletane (S. Giacomo, Brancacciana ecc.). Durante la Seconda Guerra Mondiale parte del patrimonio venne trasferito nell'entroterra a scopo conservativo e la biblioteca potè così essere riaperta al pubblico nel già nel 1945. Il terremoto del novembre del 1890 produsse gravi danni all'edifico che la ospita. È la più importante biblioteca della la storia del Mezzogiorno e nel 2008 comprendeva oltre 1.800.000 volumi, 4500 incunaboli e circa 19.000 manoscritti. In continuo aggiornamento e incremento la sua biblioteca digitale.

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