Wilson, Robert Butler

Economista statunitense (Geneva, 1937). Diplomato alla Lincoln High School di Lincoln (Nebraska), ha completato i suoi studi tra il 1959 e il 1963 alla Harvard University in Business Administration. Dal 1964 insegna alla Stanford Business School (dal 2000 è Adams Distinguished Professor of Management). Wilson è noto per i suoi contributi alla scienza gestionale e all'economia aziendale. È stato anche professore associato della Harvard Law School ed è membro della National Academy of Sciences. La sua tesi di dottorato ha introdotto la programmazione quadratica sequenziale, che è si è affermata come metodo iterativo per la programmazione non lineare. L'articolo di Wilson The Theory of the Syndicates, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Econometrica nel 1968, ha influenzato un'intera generazione di studenti di economia, finanza e contabilità. L'articolo pone una domanda fondamentale circa le condizioni in cui la rappresentazione dell'utilità attesa descrive il comportamento di un gruppo di individui che scelgono le lotterie e condividono il rischio in modo Pareto-ottimale. Con altri economisti matematici presso la Stanford Business School, ha contribuito a riformulare l'economia dell'organizzazione industriale e la teoria dell'organizzazione utilizzando la teoria dei giochi non cooperativa. La sua ricerca sui prezzi non lineari ha influenzato le politiche per le grandi aziende, in particolare nel settore energetico (soprattutto elettrico). Per i suoi studi è vincitore di numerosi premi, tra cui il Golden Goose Award e il BBVA Foundation Frontiers of Knowledge Award. È stato insignito nel 2020 del Premio Nobel per l’Economia per "aver migliorato la teoria delle aste e inventato nuovi formati di assegnazione" con il collega e in precedenza allievo Paul Milgrom (altri due suoi studenti, Alvin E. Roth e Bengt Holmström, sono stati insigniti del Nobel per l’Economia, rispettivamente nel 2012 e nel 2016). In particolare, l'Accademia ha riconosciuto gli sforzi di Wilson nell'analisi delle aste di valore comune, in cui gli offerenti ricavano un valore comune dalla risorsa sottostante, e le sue prove teoriche secondo cui gli offerenti tendono a fare offerte inferiori alle loro migliori stime di valore comune.

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