Zòldo Alto

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comune in provincia di Belluno (43 km), 1177 m s.m., 61,96 km², 1184 ab. (zoldani), patrono: san Nicolò (6 dicembre).

Centro esteso nell'alta valle del torrente Maè; sede comunale è Fusine. Popolato nel Mesolitico (resti dell'uomo di Mondeval) e in epoca romana (iscrizioni), è citato in un documento del 1185. Nel sec. XIII ebbe inizio lo sfruttamento delle miniere di ferro di Goimna: il minerale era lavorato a Fusine, il cui nome ricorda tale attività. Fu capitanato del comune di Belluno e dal 1224 poté aggiungere, a turno con Agordo, due consoli a quelli del consiglio cittadino, con il compito di regolare le imposizioni fiscali. Durante la guerra della Lega di Cambrai contro Venezia (inizi sec. XVI) cercò, senza riuscirci, di passare dalla dipendenza bellunese all'unione col Cadore. Fino al 1890 si chiamò San Tiziano di Goimna.§ L'abitato è caratterizzato da tipiche costruzioni locali in legno e pietra. In località Mareson, una chiesa quattrocentesca conserva un crocifisso e un altare di A. Brustolon.§ L'economia locale, che per molti anni ha visto una migrazione di manodopera specializzata (gelatai), soprattutto verso la Germania, si basa sul turismo: sport invernali (favoriti da buoni impianti di risalita, piste di discesa e di fondo) ed escursioni sul monte Pelmo e sul monte Civetta. Il comparto manifatturiero è attivo nel settore del legno.

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