Lessico

sf. [sec. XIX; dal greco aphasía, impossibilità di parlare].

1) L'astensione dal giudizio che segue, secondo la filosofia cinica e scettica, dall'impossibilità di fare affermazioni vere su qualcosa. L'afasia è dunque il comportamento conseguente all'epochè.

2) In medicina, difetto o perdita della capacità di esprimersi mediante la parola, la scrittura o i segni o di comprendere il linguaggio scritto o parlato a causa di danni o malattie dei centri nervosi.

Medicina: disturbi afasici

Vengono escluse dal novero dei disturbi afasici le incapacità di articolare suoni conseguenti a paralisi dei muscoli vocali, come le incapacità di ricevere messaggi verbali conseguenti a sordità. I disturbi afasici non interessano solo il linguaggio parlato, ma anche quello scritto; si parla in tal caso di agrafia, riferendosi all'incapacità di esprimere in forma scritta il proprio pensiero, e di alessia, riferendosi all'incapacità di comprendere il linguaggio scritto. Fa sempre parte dell'afasia l'incapacità di servirsi dei simboli matematici, o acalcolia. Si è discusso a lungo se la perdita delle singole funzioni fosse legata strettamente a lesioni di determinate aree cerebrali. Anche se si tende a escludere una corrispondenza precisa tra tipo di disturbo e area lesa, tuttavia tale collegamento è riscontrabile in connessione con lesioni dei due principali centri del linguaggio che risiedono nella corteccia cerebrale: l'area motoria, o centro di Broca, localizzata nella terza circonvoluzione frontale, e l'area sensoriale o recettiva, o centro di Wernicke, situata nella prima e seconda circonvoluzione temporale. A questi due centri principali vanno aggiunte altre aree frontali e temporali dette aree associative, indispensabili per la connessione fra i vari messaggi, sia quelli verbali che quelli visivi e uditivi. Alla lesione di queste aree si possono collegare due tipi fondamentali di afasia: quella motoria e quella sensoriale. La prima, detta anche di Broca, è caratterizzata da un eloquio estremamente ridotto, con emissioni di suoni inarticolati nelle forme più gravi (anartria) e parlare sillabato e stereotipato in quelle di minore gravità; anche la lettura e la scrittura sono notevolmente compromesse. L'afasico motorio ha piena coscienza della propria incapacità di esprimersi e i suoi tentativi sono spesso accompagnati da grande sofferenza. Diverso è il quadro clinico dell'afasia sensoriale o di Wernicke, nella quale l'espressione è ampiamente possibile ma è incomprensibile, con parole prive di significato e neologismi. Spesso esiste una vera e propria logorrea senza senso della quale l'afasico non è per nulla consapevole essendo, al contrario, convinto di esprimersi perfettamente e meravigliandosi quando l'interlocutore dimostra di non comprendere. Lettura e scrittura sono alterate così come il linguaggio; la menomazione più grave dell'afasico sensoriale è la quasi totale mancanza di comprensione orale. A volte queste due forme di afasia sono contemporaneamente presenti, dando luogo a un'afasia globale, sensoriale e motoria. Accanto a questi due tipi principali esistono forme particolari di afasia che, oltre quelle già ricordate dell'agrafia o dell'alessia comprendono anche l'incapacità di ricordare i nomi delle cose e delle persone (afasia cosiddetta anamnestica) sia a seguito di gravi alterazioni vascolari cerebrali derivanti da emorragia, trombosi o embolia e, meno frequentemente, da traumi e tumori cerebrali, sia a seguito dell'età avanzata: la capacità di “ritrovamento” delle parole, infatti, pur risentendo di variabili ambientali e culturali, declina dopo i 70 anni, con frequente ricorso a circonlocuzioni, fino all'anomia. L'afasia è un disturbo per lo più irreversibile, tuttavia miglioramenti possono essere ottenuti con la rieducazione i cui risultati dipendono dal tipo e dalla durata del disturbo.

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