allòctono

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agg. e sm. [da allo-+greco chthṓn chthonós, terra].

1) In geologia, di unità tettonica che ha subito notevoli dislocazioni orizzontali, dell'ordine anche di centinaia di chilometri, rispetto al proprio substrato. È l'insieme dei terreni che costituiscono una falda di ricoprimento in contrapposizione al substrato che viene chiamato autoctono; nel caso di più falde di ricoprimento sovrapposte, come comunemente si verifica nelle catene di corrugamento, il termine alloctono deve essere esteso a tutte le falde stesse mentre l'autoctono è il substrato che ha mantenuto il collegamento con l'area di origine attraverso le radici. Quando l'alloctono è costituito da formazioni rigide può conservare regolarità di struttura, mentre quando è formato da rocce prevalentemente plastiche o non consolidate può dar luogo a un assetto completamente irregolare e caotico. Coltre alloctona, falda priva di collegamento stratigrafico e strutturale con l'area di origine, che di solito è da ricercarsi in un altro bacino di sedimentazione; pertanto non sono ricostruibili i suoi rapporti con i terreni del substrato e con quelli adiacenti non traslati. Suoli alloctoni, suoli dovuti ad alterazione superficiale dei materiali detritici, come le coperture colluviali o alluvionali, accumulati lontano dalla loro zona di origine dagli agenti del trasporto (acque correnti, ghiacciai, vento, ecc.).

2) In paleontologia, fossile alloctono, fossile inglobato in sedimenti corrispondenti ad un ambiente diverso da quello nel quale l'organismo visse.

3) In psicologia, comportamento alloctono, che trova le sue cause all'esterno dell'organismo, in contrapposizione al comportamento autoctono, che ha origine interna all'organismo stesso.

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