Lessico

sm. (pl. -chi) [sec. XIV; spagnolo almanaque]. Libro che raccoglie i dati astronomici, astrologici, geografici, commerciali, ecc., relativi a ciascun giorno dell'anno. Se notevoli per originalità e valore creativo o per particolari pregi letterari, didattici o scientifici, sono oggetto di tutela da parte del diritto d'autore. Più in generale, pubblicazione che contiene notizie su fatti d'interesse sociale o culturale: almanacco statistico dell'industria meccanica.

Cenni storici

L'evolversi dell'almanacco nei secoli ha fatto sì che con questo nome si definiscano generi tra loro assai diversi di pubblicazioni, che oggi hanno in comune solo i caratteri di periodicità e di attualità e la natura divulgativa. Conosciuto dai popoli civilizzati (Egiziani, Cinesi, Ebrei, poi Greci e Romani) fin dai tempi più remoti come una specie di calendario, l'almanacco iniziò nel mondo arabo la sua espansione, passando durante il tardo Medioevo nei Paesi europei. Qui il suo nucleo originario, formato da tavole astronomiche, si venne progressivamente ampliando con l'aggiunta di indicazioni astronomiche, meteorologiche, religiose e fu in seguito completato da elementari informazioni pratiche riguardanti soprattutto l'agricoltura e da oroscopi e previsioni. Nel sec. XVI e nei seguenti con la diffusione della stampa l'almanacco conobbe un'ulteriore evoluzione: divenne periodico e si arricchì a poco a poco di notizie storiche e culturali, di aneddoti e massime, di consigli medici e domestici, assumendo quel carattere istruttivo e dilettevole insieme, che ne fecero la più gradita e spesso l'unica lettura del popolo e del ceto medio e allo stesso tempo la testimonianza preziosa di un'epoca e di un costume. Questa trasformazione è ormai completa nel Poor Richard's Almanac (Almanacco del povero Riccardo), pubblicato da B. Franklin nel 1732 e che fu per 25 anni l'unica lettura profana di migliaia di Americani. È fenomeno di quel secolo la straordinaria fioritura degli almanacchi, che troviamo ormai completamente differenziati nei tipi dell'almanacco popolare e dell'almanacco letterario. Il primo conservava le caratteristiche tradizionali, confondendosi a volte col lunario, e continuò quasi immutato fino ai nostri giorni. Esempi notissimi in Italia sono il tradizionale Barbanera, stampato a Foligno dal 1743, e i cosiddetti “pescatori”, tra cui il Pescatore di Chiaravalle. Per quanto riguarda gli almanacchi letterari, si assiste in epoca illuministica alla sostituzione di riviste settimanali o mensili di divulgazione da parte appunto di almanacchi, detti a volte anche annuari o effemeridi. Il primo esempio di questo tipo fu l'Almanach des Muses, pubblicato in Francia ogni anno dal 1765 al 1833. Raccoglieva una scelta della produzione dell'anno, solo poetica prima e poi anche teatrale, insieme a note critiche. Su questo modello sorsero e si diffusero in Germania nella seconda metà del Settecento vari almanacchi, che a differenza di quelli francesi riportavano solo poesie inedite. Tra i più importanti furono il Musenalmanach für das Jahr 1770 (Almanacco delle Muse per l'anno 1770), fondato a Gottinga da C. H. Boie (vedi Göttinger Hain), e soprattutto il Musenalmanach di Schiller, la cui pubblicazione annuale dal 1796 al 1800 fu uno degli eventi letterari più notevoli del classicismo tedesco. Il successo degli almanacchi perdurò anche nell'Ottocento: si moltiplicarono di numero e si diversificarono negli argomenti, dando origine ad almanacchi di teatro, di moda, di musica, ad almanacchi politici, che in Italia si affiancarono al patriottismo risorgimentale (Il Nipote del Vesta Verde, 1848). In epoca moderna gli almanacchi hanno subito altre trasformazioni, soddisfacendo a esigenze di concretezza e di specializzazione e dando spesso la preponderanza alla parte grafica. Sono abitualmente dedicati a temi ben definiti, a una data scienza, arte o professione. In campo letterario, per esempio, abbiamo l'Almanacco Letterario Bompiani, pubblicato dal 1925 al 1942 e ricomparso nel 1959 (con la trattazione di un problema specifico per ogni anno). Non mancano tuttavia almanacchi di carattere generale, quale l'Almanacco Italiano, che viene pubblicato dal 1896.

Arte

Nell'arte occidentale le raffigurazioni astrologiche e astronomiche sono già presenti nei codici miniati del sec. IV (dei quali possediamo copie del sec. XVII), che si rifanno ai tipi codificati dalla scienza babilonese e rintracciabili in tutta l'area mediterranea. Per il sec. IX sono documentate le personificazioni dei mesi e scene di vita nei campi o di vita privata, che sono patrimonio iconografico comune a tutta la pittura e la scultura del Medioevo. I libri d'ore, riccamente miniati, comprendevano anche dei calendari che venivano illustrati con i temi figurativi medievali, interpretati dai vari artisti secondo le loro poetiche, ma mantenendo sempre un accentuato realismo nelle rappresentazioni. Con la diffusione, a partire dal Quattrocento, degli almanacchi stampati, le figurazioni delle antiche miniature non cambiano, ma vengono semplificate e stilizzate, tanto da essere esemplificative di “quell'arte popolare” intesa come divulgazione astorica fra i ceti non colti dell'arte ufficiale contemporanea o precedente. Il gusto elegante e raffinato dell'arte francese del sec. XVIII si manifestò anche negli almanacchi, che venivano riccamente decorati con preziose incisioni dei più svariati soggetti. Nell'Ottocento gli almanacchi francesi vennero illustrati da tutti i più grandi artisti dell'epoca che si espressero anche nell'arte dell'incisione (per esempio Daumier), mentre in Germania, dove gli almanacchi erano diffusissimi, il tema figurativo più popolare era quello delle scene di vita borghese, di tipico gusto Biedermeier. Dalla fine dell'Ottocento si sono sviluppati due filoni di almanacco: i rappresentanti di correnti artistiche hanno elaborato almanacchi come manifesti ed esempi di arte grafica (Der Blaue Reiter), mentre gli almanacchi di uso comune vengono composti, figurativamente, come antologie di capolavori della pittura, della scultura e dell'architettura, di episodi di folclore e di altri temi.

Astronomia

Registro annuale (da cui l'altro suo nome di annuario), contenente una raccolta di tutti i fatti astronomicamente salienti, le effemeridi dei pianeti, delle comete e di altri corpi del sistema solare, previsioni di eclissi e di occultazioni, tavole per il calcolo rapido del tempo e della posizione geografica. Di regola, vengono date, per il Sole e i pianeti la posizione di giorno in giorno, per la Luna di ora in ora, per le stelle ogni dieci giorni. Il più noto fra gli almanacchi è il Nautical Almanac, pubblicato a Londra fin dal 1767, fuso, dal 1960, insieme all'American Ephemeris and Nautical Almanac, nell'Astronomical Ephemeris (in cui, a differenza degli altri annuari, si fa riferimento al tempo delle effemeridi); molto nota è anche la Connaissance du temps (Parigi, 1679). L'International Astronomical Union cura la pubblicazione di due almanacchi: l'Apparent Places of Fundamental Stars (APFS) e il Minor Planets Ephemeris (MPE). In Italia furono pubblicate a Bologna le Ephemerides motuum coelestium, dal 1715 al 1844, e a Milano le Ephemerides Astronomicae, dal 1775 al 1874. Attualmente vengono pubblicati l'almanacco della rivista Coelum e gli almanacchi degli osservatori astronomici, fra cui è pregevole quello dell'Osservatorio di Trieste.

Bibliografia

A. Messini, Barbanera di Foligno e i suoi antenati, Foligno, 1941; M. Gräfin Lanckorónska, A. Rümann, Geschichte der deutschen Taschenbücher und Almanache aus der klassisch-romantischen Zeit, 1954; G. Baretta, G. M. Griffini, Almanacchi dell'Ottocento a Milano, Milano, 1987.

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