amminofenazóne

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sm. [da ammino-+fenazone]. Farmaco dotato di proprietà analgesiche, antipiretiche e antireumatiche; sinonimo amminopirina, piramidone; nome chimico 1-fenil-2,3-dimetil-4-dimetilammino-5-pirazolone

L'azione analgesica dell'amminofenazone è meno intensa di quella della morfina e delle sostanze morfino-simili, a differenza delle quali, tuttavia, non si manifesta con effetti collaterali di tipo euforizzante o narcotico. Il meccanismo dell'azione antipiretica interessa i centri nervosi termoregolatori che garantiscono il regolare rapporto tra la produzione e la dispersione del calore nell'organismo. Tale rapporto, alterato durante gli stati febbrili, viene ripristinato dall'amminofenazone grazie all'attivazione centrale di meccanismi (sudorazione, vasodilatazione cutanea) che compensano alla periferia il patologico aumento della termogenesi. L'azione antireumatica dell'amminofenazone deriva da un aumento della concentrazione ematica di idrocortisone attivo. Il farmaco scinde, infatti, tale corticosteroide dal legame inattivante che esso contrae nel sangue con una particolare proteina plasmatica, la transcortina. L'amminofenazone è uno dei farmaci di più comune e vasto impiego benché non manchi di effetti collaterali e di alcuni effetti tossici. Con una certa frequenza determina reazioni di tipo allergico ed episodi di intolleranza gastrica. Più raramente può provocare leucopenia e agranulocitosi. È impiegato per via orale e con minore frequenza per via parenterale sotto forma di sale idrosolubile (per esempio come N-metan-sulfonato) oppure associato a fenilbutazone. Come antipiretico si usa nelle malattie infettive come influenza, scarlattina, reumatismo articolare, ecc.; come analgesico e sedativo nelle nevralgie, cefalee, ecc.

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