amplificazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino amplificatĭo-ōnis].

1) Atto ed effetto dell'amplificare. In particolare, per amplificazione sonora o diffusione sonora si indica l'insieme di apparecchiature utilizzate nei concerti, nei comizi e negli eventi sportivi, per raccogliere il segnale audio proveniente dal palco e a diffonderlo tra il pubblico. Il sistema comprende i microfoni del palco, il mixer audio, le spie (altoparlanti orientati verso il palco che permettono agli artisti di sentire il suono complessivo diffuso verso il pubblico), gli amplificatori e le casse acustiche. I sistemi utilizzati fino agli anni Sessanta prevedevano una grande quantità di casse o di diffusori a tromba, dislocati intorno all'area del pubblico. Negli anni Ottanta il tutto è stato soppiantato da due gruppi di casse acustiche, di dimensioni e potenze veramente notevoli, poste ai lati del palcoscenico. Non è raro che nei concerti, soprattutto quelli musicali, si utilizzino potenze di amplificazione che superano i 100.000 watt con pareti di casse acustiche grandi come palazzi di quattro piani.

2) Procedimento retorico consistente nello sviluppo esagerato di un'immagine o di un concetto per ottenere effetti di rilievo e di evidenza.

3) In economia, fenomeno per cui un determinato movimento economico tende ad amplificarsi con il passare del tempo (per esempio un rialzo dei prezzi causa un successivo rialzo) finché non intervengono meccanismi di compensazione.

4) In ottica, per amplificazione ottica si intende la visualizzazione di un piccolo spostamento, altrimenti difficilmente misurabile, che si realizza in alcuni sensibili strumenti di misura con il dispositivo chiamato leva ottica.

Elettronica

Rapporto fra due grandezze di un dispositivo fisico, definite rispettivamente di uscita e di ingresso; in particolare in elettronica è il rapporto fra il segnale di uscita e quello di ingresso di un dispositivo a due porte. Intuitivamente l'amplificazione presuppone l'omogeneità delle due grandezze fisiche (l'amplificazione è un numero puro); presuppone anche che, per un determinato insieme di condizioni, incluso lo stato stazionario, il suo valore sia superiore all'unità. L'estensione e la generalizzazione del concetto di amplificazione hanno portato alla considerazione sia di rapporti fra grandezze diverse (per esempio correnti in ingresso e tensioni in uscita come negli amplificatori a transconduttanza) sia di stati perturbati di ogni tipo, fermo restando il fatto che la potenza d'uscita del dispositivo risulti superiore a quella di ingresso. L'amplificazione così concepita è quindi una grandezza dipendente dal tempo ed è riconducibile, mediante l'analisi armonica di Fourier, a una rappresentazione nel campo delle frequenze che ne chiarisce gli elementi essenziali. Sviluppando i segnali di ingresso e di uscita in serie di Fourier a ogni frequenza corrisponderanno un modulo dell'amplificazione, rapporto fra le sinusoidi di uscita e di ingresso riportate in fase (ossia rese omotetiche per traslazione sull'asse dei tempi), e uno sfasamento (angolo corrispondente alla traslazione effettuata sull'asse dei tempi). In questo schema l'amplificazione (come le componenti di due segnali) può venire rappresentata a una determinata frequenza da un numero complesso costituito dal modulo e dallo sfasamento. Il modulo viene spesso chiamato coefficiente o fattore di amplificazione, e il suo logaritmo decimale, moltiplicato per un'opportuna costante (10 nel caso di amplificazione di potenza, 20 nei casi di amplificazione fra grandezze omogenee: tensione, corrente, ecc.) è il guadagno in decibel (dB). L'andamento del coefficiente di amplificazione o del guadagno in funzione della frequenza fornisce, assieme al parallelo andamento dello sfasamento, una descrizione completa dell'amplificazione nel dispositivo considerato. L'amplificazione è un concetto sviluppato ai primordi della meccanica con l'analisi della leva, ma che è oggetto di notevole approfondimento con lo sviluppo delle applicazioni elettroniche, per le quali ha una grande utilità. Nel campo elettronico sono possibili amplificazioni di segnale elevatissime, nell'ordine dei milioni (fino a 150 dB), capaci quindi di accrescere segnali anche debolissimi a livelli utili per la misura o per il comando di apparecchiature.

Tecnologia meccanica

L'amplificazione viene utilizzata in alcuni strumenti di misura di laboratorio tecnologico e di officina e consiste nell'ingrandire meccanicamente od otticamente i piccolissimi spostamenti di un tastatore per renderli più chiaramente visibili. L'amplificazione meccanica è sempre ottenuta interponendo un opportuno sistema moltiplicatore fra l'alberino tastatore e l'indice dello strumento: tale sistema può essere, per esempio, un ingranaggio a ruote dentate, a cremagliera, un collegamento a nastro, ecc. L'amplificazione ottica può essere ottenuta sia facendo riflettere un raggio luminoso da parte di uno specchio solidale al tastatore meccanico, sia utilizzando tastatori ottici, per esempio microscopi misuratori, nei quali l'amplificazione è ottenuta con i normali metodi ottici.

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