anèddoto

Indice

Lessico

sm. [sec. XVIII; dal greco anékdotos, inedito]. Episodio marginale e poco conosciuto che tende a caratterizzare un aspetto tipico di un fatto storico o della vita di un personaggio importante; per estensione, racconto breve, vivace e ricco di arguzia: “aveva raccontato aneddoti e barzellette per tutto il tempo del desinare” (Palazzeschi).

Letteratura

Aneddoti è il titolo di un'opera di Procopio di Cesarea, scritta probabilmente nel 550 e pubblicata postuma per via dei suoi attacchi all'imperatore Giustiniano e a Teodora. Ne derivò l'accezione di “cosa inedita, segreta” che, ancora viva nel linguaggio accademico francese del Settecento, è stata ormai sostituita da quella di “particolarità storica”, che riguarda personaggi famosi e consiste in una succinta narrazione di episodi, battute, dialoghi. Nell'antichità, quel che è oggi l'aneddoto era anche l'“apoftegma”, cioè la battuta pronunciata da qualche personaggio celebre o a lui attribuita. Sotto il nome di Plutarco va, per esempio, una delle più conosciute sillogi di aneddoti e apoftegmi dell'antichità. L'aneddotica morale dell'età cristiana nasce in buona parte dalla tradizione della biografia classica, intesa come collezione di ammaestramenti memorabili. Per tutta l'età media si registra un fiorire di aneddoti sotto la forma di “detti” o “fatti” di santi o imperatori. Ricchissimo di aneddoti è per esempio il Novellino (sec. XIII); e il genere non manca neppure nel Boccaccio e nella posteriore novellistica. Nella letteratura francese, il gusto dell'aneddoto tocca tutti i memorialisti del Seicento e del Settecento, dalle Historiettes di Tallemant de Réaux fino ai Caractères di Chamfort. Per la cultura inglese, oltre alle settecentesche raccolte di aneddoti di Herbert Spencer e di Horace Walpole, va rammentata l'aneddotica di Samuel Johnson. Lungo questa linea, gli scritti di memorie nel sec. XIX sono la sede elettiva degli aneddoti: dai di Chateaubriand alle Choses vues di Hugo. Con l'età romantica, tuttavia, il genere letterario perde la sua autonomia in corrispondenza al trionfo della narrazione o della poesia di soggetto storico; oggi, esso sopravvive come ingrediente del giornalismo politico o letterario. Nella letteratura contemporanea, pressoché l'unico scrittore che abbia portato l'aneddoto ad altezza letteraria è B. Brecht: un'esemplare raccolta di aneddoti sono le sue Storie da calendario.

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