anziano

Indice

Lessico

agg. e sm. [sec. XIII; dal latino medievale antianus, derivato dal latino ante, prima].

1) Agg., di età avanzata o maggiore rispetto ad altri. Anche come sm.: “Le bestemmie degli anziani e le risa dei ragazzi” (Tombari).

2) Agg. e sm., che svolge un'attività o riveste una carica da più tempo che gli altri appartenenti allo stesso collegio: il consigliere anziano aprì la seduta. Nel gergo universitario, studente immatricolato da almeno due anni.

3) Suprema magistratura dei comuni medievali: il Consiglio degli Anziani.

Sociologia

L'invecchiamento come processo biologico è simile nei diversi contesti etnici; ben differente è invece la condizione sociale dell'anziano nelle varie culture, un vero esempio di ruolo ascritto, che definisce le aspettative connesse con il raggiungimento di una data età. Le società occidentali contemporanee – al contrario di quanto documentato nelle società tradizionali e in culture come quelle dell'Estremo Oriente – associano alla condizione di anziano una latente quanto radicata discriminazione. Questo atteggiamento, reso esplicito dall'egemonia dell'immagine giovanile nei media e nella pubblicità, si accompagna alla vistosa crescita demografica delle classi d'età più anziane. In Italia, gli ultrasessantenni, appena il 6,4% del totale della popolazione nel 1861, rappresentano ormai il 22,2% (2000) e secondo stime credibili – per effetto dell'abbassamento del tasso di natalità e del prolungamento della durata della vita media –, la loro quota di composizione è destinata a crescere sino al 26,9% nel 2021, quando gli ultrasessantenni saranno in numero superiore ai cittadini al di sotto dei venti anni. Un fenomeno che, per la sua imponenza, sta producendo importanti conseguenze sociali nel sistema sanitario, previdenziale e nell'offerta dei servizi collettivi in genere. Le scienze sociali si sono quindi concentrate sugli effetti della perdita di ruolo conseguente alla cessazione delle attività lavorative, sviluppando ipotesi divergenti. Se per alcuni studiosi è, infatti, importante per l'anziano acquisire un'identità culturale attiva e specifica, altri temono processi di autoemarginazione e sottolineano, invece, l'opportunità di sollecitare mete socialmente condivise dall'insieme della comunità e di favorire il massimo d'integrazione. Certamente la socializzazione in età avanzata sfugge a qualunque analogia ed è difficile definire strategie efficaci a largo raggio, soprattutto in società di grande mobilità culturale e professionale, in cui l'anziano non è più il depositario privilegiato dei saperi e dei mestieri che nei secoli passati definivano senso e gerarchie della vita collettiva.

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