atlante (geografia e letteratura)

Indice

Lessico

sm. [dal titolo della raccolta di carte di G. Mercatore pubblicata nel 1595, sulla cui copertina il titano Atlante sorregge il mondo]. Raccolta sistematica di carte geografiche, rappresentanti la superficie terrestre in scala e formato diversi. Per estensione, qualsiasi raccolta a carattere scientifico di tavole figurate, per lo più di grande formato, relative a una data disciplina: atlante anatomico, atlante botanico, atlante linguistico, atlante storico, atlante celeste, le cui carte riproducono porzioni, spesso fotografiche, della volta celeste. Gli oggetti riprodotti su un atlante celeste vengono elencati secondo le loro caratteristiche particolari in cataloghi.

Il termine atlante fu proposto per la prima volta da Gerardo Mercatore come titolo del grandioso atlante da lui iniziato nel 1585, ultimato dal figlio e pubblicato nel 1595 a Duisburg col titolo di Atlas, sive cosmographicae meditationes de fabrica mundi et fabricati figura (in precedenza a tali raccolte di carte era attribuito il nome di Theatrum, come per esempio il Theatrum Orbis Terrarum di Abramo Ortelio, pubblicato ad Anversa nel 1570). La prima raccolta di carte a noi nota è quella che accompagnava la famosa Geografia di Claudio Tolomeo (sec. II), opera che rimase fino al tardo Medioevo come il massimo compendio delle conoscenze geografiche. L'allargarsi delle conoscenze della Terra all'epoca delle grandi scoperte geografiche promosse, a partire dal sec. XVI, una ricca fioritura di atlanti , firmati da famosi cartografi quali i già citati Ortelio e Mercatore, il Coronelli, il Bleaw, ecc. Col sec. XVIII, quando i principali Paesi europei diedero inizio, con rigore scientifico, al rilevamento topografico del proprio territorio, i geografi e i cartografi ebbero a disposizione delle fonti a grande scala, da cui poter ricavare le tavole, a scala assai più piccola, per gli atlanti geografici. Nel sec. XIX ebbe inizio una revisione critica di tutte le opere già esistenti e, con il progresso delle tecniche di riproduzione e di stampa, aumentarono anche le esigenze di rappresentazione del contenuto. Oltre alla raffigurazione più precisa di tutti gli elementi planimetrici (coste, fiumi, confini, ecc.) e all'introduzione di un maggior numero di toponimi e simboli, la rappresentazione del rilievo e la possibilità di stampare carte a più colori sovrapposti segnarono praticamente la nascita dell'atlante moderno, che differisce da quelli precedenti, realizzati in base all'esperienza e al gusto del geografo e del cartografo. Fra gli atlanti moderni primeggiano quelli di scuola tedesca (lo Stieler's Handatlas, 1816, dell'Istituto J. Perthes di Gotha; l'Allgemeine Handatlas, 1881, di K. Andree; il Neuer Handatlas, 1894, di E. Debes) e francese (l'Atlas universel de géographie, 1887, di L. Vivien de Saint-Martin e di F. Schrader; l'Atlas historique et géographique Vidal-Lablache, 1894), creati nel secolo scorso e giunti fin quasi ai nostri giorni. Alla scuola tedesca si riallacciano, con notevoli innovazioni, il Grande Atlante Geografico dell'Istituto Geografico De Agostini di Novara (1922) e l'Atlante Internazionale del Touring Club Italiano (1927), diretto da L. V. Bertarelli e O. Marinelli, aggiornati, ampliati e arricchiti nelle successive edizioni e conosciutissimi anche all'estero. Sempre di queste due grandi aziende editoriali italiane sono da segnalare: della prima il rifacimento (ma si tratta, in realtà, di un'opera completamente nuova sia per contenuto che per esecuzione tecnica) del Grande Atlante Geografico (1987) e un nuovo Grande Atlante d'Italia (1987), le cui carte sono accompagnate da una ricca sezione tematica e da una serie di immagini da satellite; della seconda i 3 volumi dell'Atlante Enciclopedico, rispettivamente dedicati all'Italia (1986), all'Europa (1987) e ai Paesi extraeuropei (1988), seguiti da altri volumi a contenuto storico. La produzione tedesca offre, anche nel sec. XX, opere di grande mole e pregio, tra cui, oltre a un atlante derivato dal Grande Atlante Geografico dell'Istituto Geografico De Agostini (Goldmanns Grosser Weltatlas, 1955), Grosser Herder Atlas (1958), Grosser Bertelsmann Weltatlas (1961), Meyers Neuer Handatlas (1970) e Bertelsmann Atlas International (1984) pubblicati nella Germania occidentale; nella Germania orientale, invece, tra le pubblicazioni più significative si ricordano: Haack Hausatlas (1965) e Haack Grosser Weltatlas (1968). In Gran Bretagna è sempre viva la tradizione della Bartholomew di Edimburgo (Times Atlas of the World, 1967; Oxford World Atlas, 1973), e ha avuto una grossa diffusione un atlante costituito da video-dischi, realizzati (1986) dalla BBC Domesday, accessibili con un microcomputer. Per la Francia va segnalato l'Atlas international Larousse politique et économique (1965), per la Spagna il Gran Atlas Aguilar (1970) in 3 vol., per la Polonia l'Atlas Świata (1962), dal quale è stata tratta un'edizione inglese, per la Cecoslovacchia il Československý Vojenský Atlas (1965). L'Unione Sovietica ha edito nel 1954 l'Atlas Mira, a cura di A. N. Baranov, e in seguito (1968) ne è stata tirata un'edizione in caratteri latini (The World Atlas), cui si sono affiancati anche atlanti regionali dedicati ad alcune repubbliche federate e altri sull'economia del Paese. Gli Stati Uniti, che nel 1964 avevano pubblicato il National Geographic Atlas of the World, nel 1967 l'Odyssey World Atlas e nel 1969 l'International Atlas (prodotto da una collaborazione tra la Rand MacNally di Chicago e la Philip di Londra), ne hanno allestito un altro in forma di Digital Information Display System, grazie alla collaborazione della NASA e del Bureau of Census. A livello mondiale va rilevata la pubblicazione di nuove edizioni, o il rifacimento delle precedenti di molti atlanti nazionali. In questo ambito è da ricordare l'Atlante Nazionale d'Italia, in collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Touring Club Italiano.

In base al tipo delle carte contenute, gli atlanti vengono distinti in atlanti internazionali o atlanti mondiali o grandi atlanti, che rappresentano la categoria più prestigiosa del settore: sono formati da una serie di tavole (fisiche, politiche, fisico-politiche), arricchite da un corredo di carte tematiche raffiguranti tutti i Paesi del mondo; atlanti tematici, con cartine economiche, linguistiche, storiche, geologiche, archeologiche, ecc. (si ricorda il primo: Physikalischer Atlas di H. Berghaus, pubblicato verso la metà del secolo scorso); atlanti scolastici, con un contenuto di carte geografiche variabile a seconda del tipo di scuola cui sono destinati; atlanti nazionali, in cui sono rappresentati tutti gli aspetti fisici, antropici, economici, politico-amministrativi e culturali di uno Stato; una categoria simile è costituita dagli atlanti regionali, che trattano – a somiglianza di quelli nazionali – tutte le caratteristiche geografiche (nel senso più lato del termine) di una determinata regione; atlanti speciali, che illustrano determinati aspetti morfologici e paesaggistici di una particolare regione, di uno Stato o di tutta la Terra, come l'Atlante dei tipi geografici di O. Marinelli, raccolta di rilievi topografici al 25.000 e al 50.000 dell'Istituto Geografico Militare di Firenze, che illustrano i differenti aspetti del paesaggio italiano; atlanti storici, che costituiscono una categoria a sé stante ma potrebbero rientrare in quella degli atlanti tematici, in quanto contengono la raffigurazione cartografica di Stati, regioni e città in successivi momenti storici, nonché la rappresentazione di battaglie famose, di fatti e fenomeni appartenenti alle diverse epoche del passato; atlanti automobilistici o stradali, che illustrano la struttura viaria di una regione, di uno Stato, di una parte del mondo.

Generalmente un atlante geografico è composto di varie carte geografiche fisico-politiche o di carte fisiche e di carte politiche dei singoli Paesi della Terra o di gruppi di Paesi, disposti tradizionalmente secondo un criterio geografico-storico (per esempio negli atlanti italiani vengono prima le carte dell'Europa, poi quelle dell'Asia, dell'Africa, delle Americhe, dell'Oceania e delle Terre Polari); sviluppi particolari e generalmente a scala maggiore rispetto agli altri Paesi sono dedicati allo Stato cui l'atlante è destinato. A tali carte geografiche si alternano le carte tematiche dei singoli Paesi negli atlanti di maggior mole; in quelli più ridotti esse sono per lo più raccolte all'inizio e trattano globalmente tutti gli Stati o sono poste dopo le tavole geografiche delle singole parti del mondo. Naturalmente la scelta delle scale, del numero dei colori, del tipo di proiezione e di quello di rappresentazione oltre che lo spoglio dei toponimi sono in funzione dell'impostazione che si vuol dare all'atlante.

Accanto ai comuni atlanti geografici e storici esistono anche atlanti linguistici nei quali vengono indicati i confini di un certo fenomeno linguistico in una determinata epoca. La linea che sulla carta geografica determina il territorio in cui compare l'identico fenomeno linguistico si dice isoglossa (il termine viene anche assunto generalmente per indicare il fenomeno stesso comune a una certa area). Talvolta in luogo di isoglossa si usano anche termini più specifici come isofona, isomorfa, isotona, riferendosi a particolarità riguardanti i suoni, le forme grammaticali, l'accento. Così, per esempio, si può fare la rappresentazione cartografica delle diverse denominazioni usate per indicare il “bosco” nelle varie regioni italiane, o di fatti anche più particolari come potrebbero essere le diverse forme di un certo suffisso o le variazioni regionali di uno stesso suono. Dopo un lungo lavoro preparatorio, all'inizio del secolo uscì l'Atlas linguistique de la France (1902-12) con il quale si può affermare che lo svizzero Jules Gilliéron aprì una nuova era negli studi linguistici. La strada aperta da Gilliéron fu seguita da Karl Jaberg e Jakob Jud, che pubblicarono l'Atlante linguistico dell'Italia e della Svizzera meridionale (1928-40) servendosi di tre inquisitori e di tre questionari (quello normale è stato usato in 354 località, quello ridotto in 28, quello più ampio in 30). Di maggior mole è l'Atlante linguistico italiano progettato nel 1924 da Matteo Bartoli nell'ambito dell'apposito Istituto sorto presso l'Università di Torino. Le inchieste, avviate da G. Bertoni e U. Pellis, sono proseguite sotto la direzione di B. Terracini, che ha anche curato con T. Franceschi la pubblicazione del Saggio di un atlante linguistico della Sardegna (1964). L'anno stesso terminavano i rilievi sul territorio, che avevano potuto giovarsi (sotto gli auspici del Consiglio Nazionale delle Ricerche) di più moderni procedimenti di registrazione magnetica. Da allora l'Istituto, alla cui direzione si sono succeduti C. Grassi, A. Genre e L. Massobrio, è stato impegnato a riorganizzare gli ingenti materiali raccolti, per elaborarli in una pubblicazione integrale e sistematica, anticipata da una Carta dei dialetti d'Italia (1977) e da una serie di monografie sulla situazione dei dialetti nelle varie regioni. tematici di 100 carte ciascuno. Iniziative analoghe sono state promosse per singole regioni o a livello internazionale. A un'area linguisticamente italiana, anche se politicamente francese, era dedicato l'Atlante linguistico-etnografico italiano della Corsica (1933-44) di G. Bottiglioni, mentre G. B. Pellegrini coordinò l'edizione di un Atlante storico-linguistico-etnografico friulano (1972-81). Frutto di sperimentata e proficua collaborazione internazionale sono l'Atlante linguistico mediterraneo e l'Atlante linguistico alpino, di cui sono apparsi saggi e campioni illustrativi comprendenti un ampio materiale cartografico.

G. Bezoari, C. Monti, A. Selvini, Fondamenti di rilevamento generale, Milano, 1984; F. Bonasera, La cartografia italiana attuale, Palermo, 1984; P. Arno, La nuova cartografia, Roma, 1988.

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