bóllo¹

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; da bollare].

1) Impronta lasciata da un marchio o sigillo inciso o da un timbro inchiostrato per autenticare documenti, certificare possesso o fabbricazione, testimoniare l'avvenuto esame dell'oggetto bollato: sul documento ci vuole il bollo del notaio; bollo a secco, quello impresso da sigillo inciso; bollo a umido, quello impresso da un timbro; bollo sulle ceramiche, marchio di fabbrica; bollo postale, sia lo strumento usato per imprimere segni o diciture su di un oggetto postale sia l'impronta stessa. Nel linguaggio filatelico si riserva il nome bollo alle impronte impresse sulla soprascritta, mentre si dice annullo l'impronta apposta sul francobollo allo scopo di impedirne la riutilizzazione. Il bollo postale moderno serve di regola a indicare luogo e data di provenienza, transito e arrivo dell'oggetto sul quale viene apposto; in passato queste indicazioni erano apposte per mezzo di bolli separati e sovente alcune di esse mancavano. Bollo accessori, indicano particolari operazioni da compiere: una grande T indica che l'oggetto deve essere tassato; il bollo al mittente si appone sugli oggetti che debbono essere resi a chi li ha spediti, ecc. Per l'accezione in epigrafia, vedi in strumentum domesticum.

2) Il sigillo o timbro che serve a imprimere il bollo.

3) Marchio dello Stato apposto per attestare l'avvenuto pagamento di una tassa o la validità di un documento: carta da bollo, marca da bollo.

4) Regionale, francobollo.

5) Il marchio anticamente impresso a fuoco nelle carni di condannati e schiavi; fig., segno di infamia: “Il bollo di Caino che avevo sulla fronte, m'aveva messo in fuga per ogni dove” (Stuparich); anche segno di un colpo, livido: aveva il braccio pieno di bolli.

Finanze

Detta impropriamente anche tassa di bollo, la marca da bollo appartiene alla categoria delle imposte sugli affari ed è uno strumento tecnico per la riscossione di altre imposte e tasse come le imposte di registro o le tasse sulle concessioni governative. Sono soggetti all'imposta di bollo tutte le carte utilizzate per atti civili, amministrativi e giudiziari e gli scritti, stampe, disegni, avvisi luminosi, ecc. espressamente contemplati dalla legge (decreto del presidente della Repubblica del 25 giugno 1953, n. 492). Le imposte di bollo possono essere fisse quando colpiscono in unica misura gli atti e scritti di una determinata specie, con riguardo soltanto alla natura di essi; graduali quando sono stabilite in una misura che varia secondo i gradi di una scala riferita al valore o ad altri elementi connaturati all'atto o scritto ovvero alle dimensioni della carta; proporzionali quando sono ragguagliate con percentuale costante al valore rappresentato dall'oggetto imponibile. L'imposta di bollo viene corrisposta in modo ordinario, mediante l'impiego dell'apposita carta filigranata o bollata; in modo straordinario, mediante applicazione di marche da bollo, di visto per bollo, di bollo a punzone; in modo virtuale, mediante semplice pagamento dell'imposta all'ufficio del registro o ad altri uffici debitamente autorizzati. § Bollo laterizi, marche di fabbrica impresse con sigilli di legno su mattoni e tegole da costruzione. Nell'antica Roma la primitiva forma rettangolare si mutò in falcata, in semicircolare, quindi in circolare. Sui bolli laterizi vengono spesso indicati la cava d'argilla, la fabbrica, il nome del capo-officina, la data consolare (che permette la datazione dell'edificio). L'uso si diffuse a partire da Augusto e culminò sotto Adriano.

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