bersàglio

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(ant. berzàglio), sm. [sec. XIII; francese ant. bersail, da berser, tirare con l'arco].

1) Obiettivo contro il quale si dirige il tiro di un'arma da getto, in genere un'arma da fuoco. I bersagli sono di due tipi fondamentali: per armi portatili e per armi pesanti, bombe e artiglieria. I primi sono in genere costituiti di un foglio di carta bianca contenente una visuale nera circondata da cerchi concentrici numerati da uno a dieci, o da una silhouette nera con ovali concentrici. I bersagli del secondo tipo sono oggetti più o meno voluminosi, in genere vivacemente colorati. In particolare, nello sport (scherma col bastone e pugilato), le parti del corpo che si possono colpire lecitamente; nelle gare di tiro con armi da fuoco e bianche (arco, balestra) il segno convenzionale (fisso o mobile) cui si dirige la mira e che reca zone di valore diverso per definire la precisione del tiro. Tiro al bersaglio, tirassegno; centrare il bersaglio; fallire il bersaglio; esercitarsi al bersaglio.

2) Fig., l'obiettivo, il risultato a cui tende un'azione: colpire il bersaglio, raggiungere lo scopo; mancare il bersaglio, fallire; in senso negativo, oggetto di persecuzione materiale o morale: sei il bersaglio preferito delle disgrazie; “bersaglio della loro maldicenza” (G. Gozzi).

3) In fisica nucleare, materiale sottoposto al bombardamento di un fascio di particelle, prodotte da una sorgente radioattiva o da un acceleratore, per generare una reazione nucleare.

4) In biologia, organo bersaglio, caratterizza un organo su cui si esercita selettivamente l'effetto di un particolare agente farmacologico o di un ormone. L'applicazione della teoria del bersaglio per le mutazioni delle cellule di mammifero e per la curva di sopravvivenza incontra incertezze ed errori, specie quando si considerino basse dosi di irradiazione, benché statisticamente sia ben dimostrato l'accumulo di energie nelle piccole masse dei nuclei cellulari. Notevoli variazioni di sensibilità si verificano, infatti, in relazione alla fase del ciclo cellulare. Ciò si rivela di grande importanza in relazione alla radioprotezione alle basse dosi nella proiezione dei rischi, che vanno dalla morte cellulare alla sopravvivenza con menomazioni future di sviluppo. Perciò al concetto di irradiazione ambientale viene sostituito quello di assorbimento specifico dei vari tessuti espresso in unità Gray (Gy) per kg.

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