botriocefalòsi

sf. [da botriocefalo+-osi]. Infestazione causata dal Diphyllobotrium latum (Botriocephalus latus), un cestode colore grigio-giallo, lungo da 2 a 10 m. Il parassita è molto diffuso nel mondo specialmente nelle zone paludose e lacustri (Finlandia, alcune zone degli Stati Uniti, Australia, Alaska). Gli ospiti intermedi del verme infestante sono rappresentati da un crostaceo d'acqua dolce (Ciclops strenuus, Diaptomus gracilis) e poi da pesci, sempre di acqua dolce (luccio, trota, anguilla, ecc.). L'ospite definitivo del cestode è di regola l'uomo ma possono essere infestati anche altri mammiferi, come Felidi, Canidi e Mustelidi. La localizzazione del verme nell'ospite definitivo è il tratto digiunale e ileale dell'intestino tenue. In linea teorica lo stesso ospite può essere infestato da più di un parassita, ma generalmente la presenza di un parassita impedisce lo sviluppo ad altre specie. Gli ospiti definitivi si infestano mangiando pesci portatori di plerocercoidi. § In medicina, la botriocefalosi si manifesta con un'anemia cronica provocata dal fatto che questo parassita depaupera l'organismo di vitamina B12. Spesso l'infezione è asintomatica fino a che non compare il quadro clinico dell'anemia. L'uomo si contagia ingerendo pesce crudo o poco cotto oppure male affumicato contenente le larve del botriocefalo.

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