buonóra o buon'óra

(popolare bonóra), sf. raro [sec. XIII; da buono +ora (sostantivo)]. La mattina presto. Più comune nelle loc. avverbiali di buonora (antiq. a buonora), di buon mattino: “questa mattina a buonora si arrese al Duca” (Machiavelli); “Ha dovuto andar di buonora da un avvocato” (Goldoni); riferito al pomeriggio o a sera, in ora non troppo avanzata: andare a letto di buonora, presto. Spesso come escl.: alla buonora!, ordunque, finalmente, una buona volta: alla buonora, ti sei deciso!; meno comune con il senso di in ogni caso, a ogni modo; talvolta con valore concessivo, sia pure, concediamo; antiq. come formula d'augurio: va alla buonora (spesso anche eufemistico con senso opposto).

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