còbra

sm. [sec. XIX; dal portoghese cobra]. Nome comune di Serpenti della famiglia degli Elapidi, in particolare di quelli del genere Naja. Assai noti e giustamente temuti per il morso quasi sempre mortale, i cobra sono caratterizzati dal particolare atteggiamento che assumono quando si sentono minacciati o si apprestano ad aggredire. In tali occasioni ergono il collo e la porzione anteriore del tronco e, contemporaneamente, dilatano la cute situata subito dopo il capo: ne deriva un vistoso rigonfiamento ovoidale, appiattito in senso dorso-ventrale (“cappello”). Il più noto tra tutti è il cobra dagli occhiali (Naja naja), così chiamato in quanto reca sul “cappello” una macchia che ricorda approssimativamente la sagoma di un paio di occhiali. Questo rettile, lungo sino a 2 m, si rinviene nel subcontinente indiano e in gran parte dell'Asia meridionale. Conduce in prevalenza vita notturna. Nei Paesi in cui vive è quello che si rende responsabile del maggior numero delle morti causate da serpenti velenosi. Proprio dell'Africa settentrionale e orientale è il cobra comune o cobra egiziano o aspide di Cleopatra (Naja haje), che raggiunge anche i 2,4 m di lunghezza, noto anche come cobra sputatore in quanto è in grado, oltre che di mordere, di colpire a distanza l'avversario con uno schizzo di veleno, provocando dolorosissime irritazioni. Il cobra sudafricano (Hemachatus haemachatus), temutissimo per il potente veleno, è caratterizzato da alcune strisce chiare che gli attraversano la regione del collo. Il cobra acquatico (Boulengerina annulata), caratterizzato da un'elegante livrea a fasce nere, vive nell'Africa centrale e frequenta gli ambienti umidi, mostrandosi abilissimo nel nuoto. Il cobra reale (Ophiophagus hannah) è il più grande tra i serpenti velenosi, raggiungendo non di rado i 5 m di lunghezza; vive nelle foreste dell'Asia sudorientale, dove è temutissimo anche per la spiccatissima aggressività; si nutre prevalentemente di altri serpenti; i cobra reali sono tra i pochi serpenti ad avere, durante il periodo riproduttivo la “coppia fissa”, cioè il maschio e la femmina che, dopo accoppiati, non si separano fino alla schiusa delle uova che sono deposte in un nido costruito dalla femmina e potette dal maschio.

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