Lessico

(toscano cammino), sm. [sec. XIV; latino camīnus, che risale al greco káminos].

1) L'insieme degli elementi costituenti l'impianto domestico per l'evacuazione dei fumi, un tempo (e ancor oggi nelle case rustiche) comprendente un focolare utilizzato per il riscaldamento e anche per la cottura dei cibi. È costituito dalla cappa, posta al disopra dell'utilizzatore (cucina a gas, ecc.) per aspirare i fumi prodotti dalla combustione, e dalla canna fumaria, collegata all'imboccatura superiore della cappa.

2) Per metonimia, specialmente nell'uso regionale, il termine può designare sia la cappa fumaria, sia la sua parte terminale che sbocca sul tetto (comignolo): il camino non tira; fuma come un camino, in continuazione.

3) Camino vulcanico, condotto a forma subcilindrica o a fessura, attraverso il quale il magma sale verso la superficie terrestre. La parte superiore del camino di solito si allarga a imbuto formando il cratere. Il camino vulcanico può presentare ramificazioni che portano a crateri avventizi. Camino vulcanico emergente, indica lo spuntone di lava consolidata all'interno del camino vulcanico, del quale rappresenta le uniche vestigia. Questa struttura costituisce un esempio di erosione selettiva. Camino carsico, pozzo profondo originatosi per dissoluzione carsica, in comunicazione con una caverna sotterranea.

4) Per il camino diamantifero, vedi diatrema.

5) Nell'alpinismo, passaggio tra due pareti rocciose verticali molto vicine. Lo si supera con tecniche che sfruttano la pressione del corpo esercitata sulle pareti opposte.

Cenni storico-artistici

In una ristretta tipologia di forme il camino definisce i propri caratteri di elemento domestico essenzialmente funzionale in età medievale, attraverso il necessario impiego da parte delle comunità religiose. Nelle cucine dei conventi francesi e italiani del Duecento il camino figura al centro della stanza, sormontato da una grande cappa. Assume interesse artistico e valore architettonico nei sec. XIII-XIV nelle forme a muro, in cui si avvale dell'uso di mensole e architrave per sostenere la cappa. In questo periodo il camino a muro, che già presenta varietà di forme (addossato alla parete con cappa sensibilmente esposta; con cappa incassata nel muro e focolare non sporgente oppure con cappa e focolare in parte rientranti nel muro e in parte esposti), costituisce assieme alle travature, alle porte, ai serramenti, fino ai vari elementi del mobilio, parte integrante dell'arredamento degli interni, al quale erano rivolti gli interessi e le cure di artisti e di artigiani. Di quest'epoca sono da ricordare in Italia i camini di palazzo Davanzati a Firenze e di casa Romei a Ferrara. Esempi altrettanto famosi sono in Francia (camino dell'Hôtel Jacques Cœur a Bourges e quelli più tardi, di ampie forme, del palazzo di Poitiers). Architetti e scultori del Rinascimento trasformano il camino in una vera e propria opera d'arte che spicca nel contesto dell'arredamento per originalità di forme e ricchezza di motivi ornamentali. In Italia celebri sono i camini nelle sontuose stanze dei palazzi ducali di Urbino , di Venezia e di Mantova. Partecipe del mutare delle mode e degli stili, il camino si arricchisce e si appesantisce dei caratteri propri dell'arte barocca, per ritrovare modulazioni improntate a severa linearità in età neoclassica, epoca in cui il non è più elemento caratteristico della sala principale della casa, ma viene applicato anche nelle altre stanze, camere e salottini. Decaduto dalla sua funzione primaria con l'uso dei moderni sistemi di riscaldamento, il camino ha assunto nell'arredamento fisso della casa moderna un carattere essenzialmente decorativo.

Impianti

Condotto generalmente verticale, con funzioni analoghe al camino comune ma costruttivamente più complesso. Se ha notevole sviluppo in altezza, è detto anche ciminiera. Dato il volume dei fumi da evacuare, si deve creare alla base del camino una depressione rispetto all'esterno, necessaria a imprimere all'aeriforme la velocità di scarico e a vincere le resistenze che incontra lungo il suo percorso. A seconda che tale depressione, denominata tiraggio del camino, provenga dalla spinta di Archimede (che agisce sui fumi caldi, la cui densità è minore di quella dell'aria esterna), oppure sia creata da apposito ventilatore, si distinguono camini a tiraggio naturale o a tiraggio forzato. I camini a tiraggio naturale "Per lo schema 1 vedi il lemma del 5° volume." "Vedi schema 1 vol. V, pag. 269" hanno quasi sempre una notevole altezza (oltre 30 m): infatti la depressione Δp è legata all'altezza H del camino dalla relazione Δp=(γaf) H, dove γa è il peso specifico dell'aria esterna e γf il peso specifico dei fumi. Inoltre si deve tollerare, data la temperatura dei fumi necessaria, una non indifferente sottrazione di calore. Per questi motivi i camini a tiraggio naturale tendono a essere abbandonati, salvo che la necessità dello sviluppo in altezza derivi da altre ragioni (per esempio dispersione alta dei prodotti della combustione). Col tiraggio forzato "Vedi schema 2 vol. V, pag. 269" , "Per lo schema 2 vedi il lemma del 5° volume." che può essere realizzato secondo diversi schemi, l'altezza del camino può essere ridotta al minimo e la temperatura dei fumi, non influendo sul tiraggio, può essere qualsiasi. La disposizione più frequentemente adottata è quella del tiraggio indotto "Per lo schema 3 vedi il lemma del 5° volume." "Vedi schema 3 vol. V, pag. 269" (Prat), che consiste nel prelevare una piccola parte dei fumi dal camino per rimetterla nel medesimo, in corrispondenza di una sezione ristretta, in modo che essa richiami la parte restante nella strozzatura del condotto e mescolandosi con essa la trascini all'esterno. Si ha quindi un funzionamento simile a quello degli eiettori. Viene adottato anche il sistema del tiraggio diretto che consiste nel far attraversare il ventilatore da tutta la portata. In ogni caso è quasi sempre presente una valvola di registro, di tipo scorrevole o a farfalla, per la regolazione del tiraggio. Costruttivamente i camini possono essere in muratura o in cemento armato, quasi sempre con camere d'aria a scopo di isolamento termico, oppure in lamiera di ferro e anche in amianto-cemento o laterizio. I camini in muratura, di solito a sezione anulare, hanno spessore crescente dall'alto verso la base; i camini in cemento armato hanno spessore minore e sono legati con ferri trasversalmente e longitudinalmente; i camini in lamiera sono generalmente in più parti tronco-coniche, riunite con flange o saldate e vengono spesso controventati mediante ancoraggi al terreno.

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