capelvènere

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sm. [sec. XIV; dal latino tardo capillus Venĕris, capello di Venere].

1) Nome comune usato per indicare una felce (Adiantum capillus-Veneris) della famiglia Polipodiacee, detta anche adianto nero, propria dell'Eurasia, dell'Africa e dell'America . Vive nei luoghi ombrosi molto umidi situati in vicinanza di sorgenti e nelle grotte stillanti acqua in permanenza. Ha fronde a cespuglio eleganti, sorrette da piccioli di un bel nero lucido, con foglioline triangolari slargate, dentate, alle quali l'acqua non aderisce, e sori ricoperti dai margini ripiegati. È coltivato per ornamento.

2) Capelvenere falso, felce (Asplenium trichomanes) della famiglia Polipodiacee detta anche erba rugginina e tricomane. È una piccola pianta comune nei boschi e luoghi rupestri di tutto il globo, con un breve rizoma dal quale si sviluppa una rosetta di foglie con picciolo nero lucente che porta foglioline opposte, tondeggianti od ovali. Contiene mucillagine, tannino, un principio amaro e un'essenza aromatica. L'infuso che se ne ottiene serve contro la tosse, la raucedine e l'atonia intestinale.

3) Finissimi aghi di rutilo di colore giallo inclusi per lo più nel quarzo, detti anche capelli di Venere. Possono essere riuniti a ciuffi, a raggiera o fittamente intrecciati. Per i piacevoli effetti ottici che ne derivano, il capelvenere viene utilizzato a fini ornamentali.

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