cheratoplàstica

sf. [cherato-+plastica]. Trattamento chirurgico che consiste nella sostituzione di una cornea opacata o di una sua parte con tessuto corneale trasparente. Il tessuto corneale da innestare può essere prelevato o da un occhio enucleato dal vivo o da un occhio di cadavere, entro poche ore dalla morte. La cheratoplastica si dice lamellare se è limitata ai soli strati esterni della cornea, per la riparazione di una cicatrice corneale superficiale; è a pieno spessore o penetrante se la sostituzione del tessuto corneale opacato interessa tutto lo spessore della cornea. Lo scopo della cheratoplastica è, in genere, quello di restaurare la visione quando quest'ultima è potenzialmente integra ma è impedita da opacità o cicatrici corneali. L'inizio della storia della cheratoplastica si può far risalire ai primi tentativi di eterocheratoplastica perforante effettuata nel 1818 da Reisinger, mentre i primi successi reali e definitivi li ottenne J. G. Zinn nel 1905 quando effettuò la prima omocheratoplastica con un risultato ottico eccezionale. In seguito ebbero successo sempre maggiore A. Elshing (1914), V. P. Filatov, Castroviejo, Franceschetti e altri. Successivamente la cheratoplastica divenne un intervento di routine, eseguibile in ogni struttura ospedaliera.

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