chico, género-

(spagnolo, genere piccolo). Forma teatrale spagnola, nata a Madrid subito dopo la rivoluzione del 1868 e fiorita almeno fino alla I guerra mondiale, tra vasti consensi popolari. Si trattava, in origine, di una farsa in un atto, con o senza parti musicali, rappresentante personaggi e scene di vita popolare madrilena (Cuadros al fresco, di T. Luceño, 1870), la cui brevità (meno di un'ora in tutto) consentiva diverse repliche quotidiane a prezzi bassissimi. In seguito però il genere si sviluppò, conquistò anche i teatri borghesi della Spagna e dell'America Latina (per cui si ebbe un teatro chico criollo) e fu coltivato da autori di primo piano (R. de la Vega, López Silva, J. de Burgos, A. Paso, i fratelli Quintero, Carlos Arniches, Benavente, ecc.), con i quali collaborarono musicisti di valore, quali Barbieri, Chapí, Bretón, Chueca (la cui Gran Vía, composta in collaborazione con Valverde, ebbe successo in tutto il mondo), Caballero, Vives, Serrano e altri. Il chico fu nel complesso un importante momento di rinascita dell'antica tradizione comico-popolare che aveva dato già al teatro ispanico il paso cinquecentesco, l'entremés secentesco e il sainete e la tonadilla nel Settecento.

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