ciclotimìa

sf. [da ciclo-+greco thymós, passione, animo]. Tratto della personalità caratterizzato da socievolezza, attività, facile commozione, ma soprattutto dalla tendenza ad alternare periodi di depressione con altri di euforia. Il significato del termine viene allargato per indicare un tipo costituzionale e un temperamento particolarmente sensibile alle variazioni di umore e relativamente al rapporto con l'ambiente, ma lontani da un riferimento alla patologia psichiatrica. A questo tratto viene opposta la schizotimia, che presenta caratteristiche contrarie. Il termine venne introdotto da E. Kretschmer nel 1925 per indicare un tipo di personalità. Nell'ambito della sua teoria alla ciclotimia corrispondeva un tipo fisico ben preciso, il picnico, caratterizzato dalla prevalenza dei diametri orizzontali su quelli verticali. Inoltre, secondo Kretschmer, se il ciclotimico rientrava nell'ambito della normalità, da questo tipo di personalità si giungeva per gradi alla personalità cicloide e infine alla psicosi maniaco-depressiva. Superate le teorie di Kretschmer, il termine ha comunque avuto una certa fortuna ed è stato ripreso da vari autori, tra i quali per esempio R. B. Cattell, per indicare però solo uno dei numerosi tratti di cui si compone la personalità di un individuo.

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