cippo

sm. [sec. XVI; dal latino cippus, colonnetta]. Tronco di colonna o di pilastro senza capitello, in genere con iscrizione, eretto come monumento funerario o commemorativo oppure per segnare i limiti di una proprietà, per indicare le distanze chilometriche, per segnare il confine fra due Stati. Nel mondo antico si distinguevano infatti cippi terminali, usati per delimitare aree private o pubbliche, e cippi funerari. Tipici, per la varietà di forme (a cassetta, a pigna, antropoide sul tipo della stele), i cippi funerari etruschi, finemente lavorati. Intitolati a un imperatore o a un importante personaggio erano i cippi onorari, basamenti parallelepipedi con iscrizioni dedicatorie. Un celebre cippo è quello detto del Foro Romano, trovato sotto un lastricato di pietra nera (Lapis Niger) presso l'arco di Settimio Severo, che reca un'iscrizione bustrofedica risalente probabilmente al sec. VI a. C. Anche nelle iscrizioni cippus è usato con significato molto ampio, sia per indicare una pietra su cui si scolpiva un documento, sia nel senso di monumento funebre, sia in luogo di terminus (limite, segno di confine). Un gruppo a parte è costituito dai cippi miliari, spesso colonne alte due o tre metri, con l'indicazione della distanza, del nome del magistrato o dell'imperatore che li avevano fatti costruire, dei lavori fatti, talvolta dei fondi impiegati. I cippi relativi alla delimitazione graccana dell'ager publicus recavano i nomi dei triumviri agrari e le linee delle misurazioni. Anche nelle iscrizioni greche vi sono molti esempi di cippi, detti horoi, che segnavano sia i confini tra le città, sia i limiti delle zone sacre, sia quelli di strade o piazze. Alcuni fra i più arcaici recano l'iscrizione in prima persona (per esempio: “Sono un termine dell'Agorà”).

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