cirenàico

Indice

Lessico

agg. e sm. (pl. m. -ci).

1)Proprio della Cirenaica; abitante, nativo della Cirenaica.

2)Filosofo appartenente alla scuola di Aristippo di Cirene (435-366 a. C. ca.).

Filosofia

Rifacendosi ad alcuni temi dell'insegnamento socratico, i cirenaici elaborarono un'etica che riconosceva nel piacere il fine della vita, dal momento che tutti gli esseri viventi lo cercano istintivamente. Il principio della distinzione tra piacere e dolore è fisico, consistendo il piacere nel movimento lieve, il dolore nel movimento forte. La semplice assenza di dolore, come assenza di movimento, non costituisce il piacere, ma una condizione simile al sonno. La scuola subì nel tempo una profonda evoluzione: Teodoro l'Ateo (sec. IV-III a. C.) diede al movimento un indirizzo più intellettualistico; Evemero (340-260 a. C.) degradò la religione a creazione umana; Egesia (sec. IV-III a. C.) convertì l'edonismo ottimistico dei suoi predecessori in pessimismo; Anniceri (sec. IV-III a. C.) rigettò il piacere individualistico per ritrovarlo nella famiglia, nell'amicizia, nell'amor di patria. L'avvento della scuola epicurea, che svolse in modo più complesso alcune concezioni dei cirenaici, segnò probabilmente l'eclissi di questo movimento di cui non si hanno più testimonianze dopo il sec. III a. C.

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