cocómero

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sm. [sec. XIII; dal latino cucŭmisris.

1) Nome comune di alcune piante erbacee annue della famiglia Cucurbitacee. La più nota, Citrullus vulgaris (=Citrullus lanatus), detta anche anguria, è oriunda dell'Africa tropicale. Ha fusto strisciante, ramoso, fornito di cirri, foglie cuoriformi grosse e tomentose, profondamente divise a segmenti lobati, e fiori gialli, per lo più unisessuati. Il frutto (peponide) è carnoso, ricco di succo acquoso, di peso notevole, di varia forma (sferica, cilindrica, ovoidale), con epicarpo a superficie per lo più liscia e di spessore variabile, color verde unito o striato. La polpa, che costituisce la parte edule, è dolce e deliquescente, contiene numerosi semi ed è assai apprezzata nella stagione calda per le proprietà dissetanti e rinfrescanti. La pianta del cocomero esige località calde, ben esposte, e terreni profondi e sciolti, ben concimati. La semina si esegue fra aprile e maggio, la raccolta dei frutti avviene scalarmente da luglio a settembre. § Cocomero asinino, pianta erbacea perenne (Ecballium elaterium) della famiglia Cucurbitacee detta anche sputaveleno, elaterio e schizzetti, propria delle regioni incolte del Mediterraneo, dove fiorisce da maggio ad agosto. Ha fusto prostrato ramoso e ispido, senza cirri, e foglie pure ispide, cuoriformi-angolose, dentate, color verde chiaro. I fiori, giallo-pallidi, sono imbutiformi, con lembo a 5 punte, il frutto è una bacca oblunga, ispida, pendente, che a maturità si stacca dal peduncolo lanciando a distanza i semi che contiene, assieme a un liquido amaro. § Cocomero amaro, pianta erbacea (Citrullus colocynthis) detta anche coloquintide.

2) In senso fig., uomo stolto. Dial., cetriolo.

3) Cocomero di mare, nome comune di alcune oloturie.

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