cogestióne

sf. [co- (primo elemento composti)+gestione]. Gestione in comune; in particolare la partecipazione dei lavoratori alle decisioni di carattere economico e tecnico dell'impresa nella quale prestano la loro opera. § A ridosso delle due grandi guerre mondiali si è sviluppato in Europa un grande movimento, che seppur con diversi indirizzi si soffermava sulla necessità di una maggiore partecipazione dei lavoratori allo sviluppo delle imprese cui erano chiamati a lavorare. In Italia tale dibattito fu particolarmente animato tra il 1946 e il 1948 quando la Carta costituzionale della Repubblica riconobbe “il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle imprese”. Lo sviluppo del movimento sindacale italiano e delle associazioni imprenditoriali, lo stesso clima politico degli anni seguenti fecero sì che il tema della cogestione rimase sullo sfondo dell'azione dei maggiori protagonisti delle relazioni industriali in Italia, spesso indirizzata ad altre forme di partecipazione, come del resto è accaduto per altri Paesi a capitalismo avanzato. Diversamente, nella nascente Germania Federale ancora sotto il governo degli Alleati, i sindacati tedeschi, anche richiamandosi all'esperienza di Weimar, si resero disponibili ad avviare esperienze di cogestione, che a ridosso degli anni Cinquanta riguardarono innanzitutto l'industria mineraria e metallurgica; esse ruotavano intorno ai comitati di vigilanza a struttura paritetica e ai comitati di direzione integrati dall'inserimento di un direttore del lavoro nominato dai sindacati stessi. Le leggi emanate in materia attribuivano agli organi eletti dalla base operaia agenti all'interno delle aziende un certo potere d'intervento sulle scelte della direzione in materia di servizi, di personale e di programmi tecnici dell'impresa. Di più complessa attuazione, invece, rimase la partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali dell'impresa stessa in cui agisce autorevolmente la discrezionalità del datore di lavoro: con il passare del tempo, in generale, la cosiddetta cogestione ha riguardato comunque più gli organi sociali con poteri di sorveglianza, comunque assai importanti, che quelli amministrativi. Tale questione, però, congiuntamente alla difficoltà per i sindacalisti delle imprese e per i consigli di fabbrica di trovare vie e modalità adeguate a una loro attiva partecipazione, ha mostrato alcune debolezze del sistema della cogestione tedesca (come quello di alcuni Paesi scandinavi) che, comunque, rimane una delle più significative esperienze di partecipazione sindacale realizzate. Nella stessa Unione Europea, sin dalla V direttiva della CEE dei primi anni Settanta, modificata nel 1983, si è indirizzati a inserire la cogestione come uno degli elementi del dialogo sociale.

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