compagnìa

Indice

Lessico

sf. [sec. XIII; da compagno].

1) Condizione di chi si intrattiene con qualcuno per ragioni di studio, di lavoro, di viaggio, di svago, ecc.: essere in buona, in cattiva compagnia; fare compagnia a qualcuno, intrattenere piacevolmente una persona; loc.: di compagnia, che sa, che ama stare con gli altri; dama di compagnia, donna al servizio di una signora con il compito di intrattenerla, accompagnarla, ecc.; uomo di compagnia, accompagnatore di una persona illustre, anche cavalier servente di una dama.

2) Brigata, gruppo di persone che si uniscono per vari scopi, ameni, lavorativi, ecc.; una divertente compagnia; e compagnia, e compagnia bella, loc. familare, e così via, e via dicendo. Per imitazione, associazione di artigiani, religiosi (Compagnia di Gesù, o gesuiti), artisti: compagnia teatrale, il complesso degli attori e del personale tecnico e amministrativo scritturato da un capocomico (impresario) per allestire uno o più spettacoli.

3) Gruppo di armati al comando di un capitano: compagnia di ventura. Anche suddivisione organica del battaglione di fanteria, alla cui formazione, dopo la II guerra mondiale, contribuì con le seguenti unità: una compagnia comando, tre compagnie fucilieri, una compagnia armi di accompagnamento. La compagnia è unità tattica, disciplinare, amministrativa. Compagnia di disciplina, reparto speciale cui sono assegnati i militari di abituale cattiva condotta; compagnia da sbarco, reparto di marinai di una nave da guerra addestrato a compiere anche operazioni terrestri; compagnia della morte, reparto speciale costituito nell'ottobre del 1915 presso la 15a divisione per compiere imprese di particolare ardimento. Formata da 450 uomini, fu sciolta nel 1916.

4) Società commerciale anonima, di assicurazioni, di trasporti, di navigazione, ecc.: compagnia di bandiera, compagnia di trasporto aereo per passeggeri e merci, sovvenzionata dallo Stato o nazionalizzata; rappresenta ufficialmente lo Stato stesso.

Diritto

Compagnia del lavoro portuale, organizzazione di lavoratori per l'esecuzione dei lavori portuali. Le compagnie del lavoro portuale sono disciplinate dal D.L. 24 gennaio 1929, n. 166, e dipendono dalle capitanerie di porto oppure dalle direzioni marittime. Il loro compito consiste nell'eseguire le operazioni di sbarco, imbarco, trasbordo, deposito e movimento in genere delle merci. Le norme di lavoro, come pure le varie tariffe a seconda della specialità del lavoro e della qualità delle merci, sono regolate dall'Ufficio del lavoro portuale, istituito in ogni porto. § Nel diritto medievale, compagnia fraterna, comunione di beni e di vita (si diceva infatti di voler vivere ad unum panem et vinum) che si instaurava, alla morte del padre, fra tutti i discendenti maschili della famiglia e le loro mogli e figli, fino alla seconda generazione; si scioglieva solo a richiesta di uno degli interessati.

Economia

Contratto di compagnia, contratto in base al quale nel Medioevo due o più parti conferivano quote di capitale ed erano solidalmente e illimitatamente responsabili di fronte a terzi; serviva soprattutto per il finanziamento delle imprese di navigazione e aveva carattere continuativo. La sua evoluzione portò alla formazione di vere e proprie aziende con filiali sparse ovunque e che dipendevano dalla casa madre; in seguito le filiali divennero autonome e formarono società distinte, in cui l'apporto di capitale prevalente era però sempre familiare. § Compagnia privilegiata, denominazione delle associazioni di mercanti che godevano del monopolio dei traffici e degli scambi economici con Paesi particolarmente lontani dalla madrepatria. I privilegi compensavano i rischi dell'impresa e giungevano fino all'amministrazione delle terre dove le compagnie esercitavano i loro commerci. Note anche come chartered company o compagnia a carta, o concessionarie, cioè dotate di charta di diritti, la loro importanza diminuì con la sicurezza dei traffici e la scomparsa dei rischi. Di esse si ricordano: la (English East India Company), fondata nel 1600 ed estintasi nel 1858, che operò nell'India britannica e rappresentò un vero e proprio centro di potere e di colonizzazione; la (Vereenigde Oostindische Compagnie), centro di potere economico, militare e politico, creata nel 1602 da J. van Oldenbarneveldt; la sua sfera d'azione, dapprima limitata alle sole Indie orientali, si allargò fino ad abbracciare dal Capo di Buona Speranza alle coste dell'Australia e della Nuova Zelanda, l'isola di Ceylon, la Malesia e gli arcipelaghi dell'Insulindia; la Compagnia olandese delle Indie Occidentali (1617-74) e la Compagnia francese delle Indie Orientali (1604), che si fuse nel 1719 con la Compagnia d'Occidente per formare la Compagnia delle Indie, la quale durò fino al 1769.

Teatro

Compagnie si ebbero già nel teatro greco e romano, ma una precisa definizione, in breve tempo divenuta comune all'intera Europa, fu raggiunta con la Commedia dell'Arte, cioè con le prime esperienze continuative di teatro professionale. Si hanno compagnie stabili o di giro e così anche compagnie dirette da un impresario (che può essere attore o no), compagnie sociali (con alcuni membri che si dividono gli utili di gestione) e compagnie cooperative (dove tutti sottostanno o godono di eguali condizioni per quanto attiene all'impegno e al trattamento economico). Fino al primo dopoguerra, erano in uso in Italia contratti triennali; successivamente la durata di una compagnia ha superato raramente i limiti di una stagione e anziché eseguire tutto un repertorio allestisce in genere uno o due testi. § Per quanto riguarda la formazione di compagnie stabili di balletto, questa si può far risalire al 1671, anno in cui l'Académie Royale de Musique e l'Académie Royale de Danse si fusero nell'Académie Royale de Musique et Danse, accogliendo i primi ballerini professionisti.

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