computazionalismo

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In matematica, il computazionalismo (o teoria della computazione) ha come obiettivo definire le proprietà di uno specifico linguaggio formale. Esse sono correttezza, completezza e terminazione. Per correttezza si intende che, ogni volta che un linguaggio formale definisce un enunciato, questo deve essere effettivamente vero; in relazione alla completezza il linguaggio formale deve essere in grado di estrarre tuti gli enunciati veri e solo questi devono essere veri (non ne possono esistere al di fuori di quelli estratti); con terminazione si considera che ogni algoritmo correttamente definito deve terminare in un tempo finito. Il computazionalismo viene applicato alla teoria della mente come criterio epistemologico: per essere scientifica, una teoria della mente dovrebbe essere descrivibile nella forma di un algoritmo. Più precisamente il criterio di computabilità è sufficiente (anche se non necessario) affinché una teoria della mente possa considerarsi scientifica. Secondo la teoria computazionale della mente classica, la mente è un sistema computazionale: è letteralmente un sistema informatico che riceve input sensoriali (per esempio, stimolazioni retiniche) e produce output motori (per esempio, attivazioni muscolari). Una teoria completa deve descrivere come la computazione mentale si interfaccia agli input sensoriali e gli output motori.  Putnam (1967) ha introdotto il computazionalismo in filosofia confrontandolo con il comportamentismo logico e la teoria dell’identità di tipo. Ogni posizione pretende di rivelare la natura degli stati mentali, inclusi gli atteggiamenti proposizionali (come le credenze), sensazioni (come il dolore) ed emozioni (come la paura). Secondo il comportamentismo logico, gli stati mentali sono disposizioni comportamentali. Secondo la teoria dell’identità di tipo, gli stati mentali sono stati cerebrali. Putnam avanza al contrario una teoria funzionalista, in base alla quale gli stati mentali sono stati funzionali. Secondo il funzionalismo, un sistema ha una mente quando il sistema ha un’organizzazione funzionale adeguata. Gli stati mentali sono stati che svolgono ruoli appropriati nell’organizzazione funzionale del sistema. Ogni stato mentale è individuato in base alle sue interazioni con input sensoriali, output motorii e altri stati mentali.

Bibliografia

H. Putnam, Psychophysical Predicates, in Art, Mind, and Religion, a cura di W. Capitan, D. Merrill, Pittsburgh, 1967; M. Rescorla, From Ockham to Turing—and Back Again, in Turing 100: Philosophical Explorations of the Legacy of Alan Turing (Boston Studies in the Philosophy and History), A. Bokulich and J. Floyd (eds), Springer, 2017; M. Rescorla, The Computational Theory of Mind, The Stanford Encyclopedia of Philosophy, Stanford, 2020.

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