comunità

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino communítas-ātis].

1) Insieme di persone unite tra loro da vincoli sociali; società, collettività: agire per il bene della comunità. Anche raggruppamento di organismi riscontrabili in stazioni ecologiche. In particolare, l'insieme degli abitanti di un comune e anche l'amministrazione comunale: funerali a spese della comunità.

2) Organizzazione internazionale o nazionale, cui aderiscono vari membri: Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio.

3) Insieme di persone che professano la stessa fede, che appartengono alla stessa confessione religiosa: comunità protestante, israelitica. Per estensione, il complesso dei religiosi o delle religiose di un convento che obbediscono a una regola comune: una comunità francescana.

4) In etologia, comunità di combattimento, unione di due o più individui nell'aggressione di estranei. Si riscontra nelle scimmie, nelle coppie di anatre, ecc. Comunità familiare, gruppo di animali tutti imparentati fra loro (per esempio, un maschio adulto, una o più femmine adulte e i loro figli), molto frequente e stabile fra i Mammiferi; fra gli Uccelli è presente di norma per un periodo dopo la riproduzione.

5) Comunità terapeutica, struttura che ha lo scopo di recuperare e assistere, in una situazione di vita comunitaria, tossicodipendenti, malati mentali, disadattati. In psicologia, organizzazione complessa, gestita da personale specializzato, il cui scopo primario è fornire ai pazienti, generalmente psicotici, esperienze terapeutiche basandosi su di una concezione interpersonale della malattia mentale e sul presupposto che esperienze interpersonali e sociali diverse possano fungere da strumento terapeutico anche in situazioni psichiatriche complesse. Le determinanti intrapsichiche del comportamento e dei disturbi non sono tralasciate: spesso nelle comunità i pazienti partecipano a sedute psicoterapeutiche individuali o di gruppo.

Diritto

Nel diritto internazionale, le comunità sono le associazioni di Stati sorte, attraverso la stipulazione di appositi trattati, sia per porre in comune risorse naturali, industriali o militari sia per disciplinare in maniera uniforme i rispettivi sistemi economici attraverso l'unificazione di norme tariffarie, doganali e finanziarie. Il regime di comunità può prevedere la collaborazione industriale, tecnica e finanziaria fra i vari Stati membri, la libera circolazione di lavoratori e di capitali, nonché la formazione di accordi con Paesi terzi e con altre comunità.

Ecologia

Ciascuno dei raggruppamenti di più organismi (o biocenosi), che si possono riscontrare, con una sufficiente costanza, nei medesimi tipi di stazioni ecologiche col ripetersi di determinate condizioni ambientali. In particolare, si può distinguere una zoocenosi in ecologia animale e una fitocenosi in ecologia vegetale. Questi raggruppamenti manifestano degli stretti rapporti biotici di interdipendenza tra le singole specie componenti e tra queste e l'ambiente; in una fitocenosi forestale, per esempio, gli alberi ad alto fusto creano un determinato tipo di humus adatto alle specie vegetali erbacee e arbustive del sottobosco stesso. All'interno del raggruppamento, inoltre, tra le diverse specie può rivelarsi una competizione per l'occupazione dello spazio vitale che favorisce le specie (o gli individui) meglio adattate ai fattori ambientali di quella stazione. Più spesso la competizione diretta è mitigata da una vera e propria organizzazione dei singoli componenti della comunità; per esempio, la stratificazione delle radici e dei rami a differenti livelli, rispettivamente del suolo e dello spazio aereo, tra le diverse specie di una fitocenosi.

Sociologia

Nelle scienze sociali, per comunità si intende un insieme di gruppi umani o di singoli individui che condividono – più o meno coscientemente – norme, valori e un qualche senso di appartenenza. La nozione può quindi essere dilatata sino a comprendere grandi organizzazioni o estesi sistemi di relazione (si parla, infatti, di comunità scientifica o di comunità linguistica, culturale, politica, ecc.). Persino lo Stato nazionale moderno è stato rappresentato in termini di comunità. Per quanto attiene, però, l'analisi sociologica e il suo ambito di osservazione empirica, il concetto di comunità è di regola associato a una dimensione più ristretta. Gli studi di comunità – che costituiscono uno dei pilastri della sociologia contemporanea sul campo – sono tutti indirizzati a cogliere i sistemi di relazione sociale e culturale operanti in una collettività spazialmente e demograficamente ben delimitata e, quindi, indagabile con la sufficiente profondità. Con F. Toennies (Comunità e società) la nozione di comunità si è differenziata e addirittura contrapposta rispetto a quella di società. La comunità rappresenterebbe, per lo studioso tedesco, una sorta di organismo naturale, la cui coesione elementare è garantita dalla dominanza dell'identità religiosa e da una spontanea solidarietà fra i membri. La società, invece, è per Toennies il regno delle relazioni di mercato – rese possibili dalla proprietà privata –, in cui prevalgono individualismo, competizione, mobilità, visione razionalistica del mondo. Il villaggio rurale e la moderna città industriale sono i due luoghi sociali emblematici della civiltà comunitaria e della società civile. Una certa confusione è stata peraltro indotta dall'estensione del concetto di comunità a una realtà sociale come il mondo rurale degli Stati Uniti, che non presenta nessuno dei tratti attribuiti da Toennies – il quale ha in mente il modello del villaggio tradizionale centroeuropeo – alla sua immagine di comunità. G. Gurvitch colloca lo stadio della comunità fra il livello disaggregato delle masse e quello della comunione fra gruppi stretti in un legame consapevole di solidarietà, pur sottolineando la costante modificazione sociologica della comunità. Studiosi contemporanei – come MacIver e Koenig – hanno invece insistito su una nozione puramente empirica di comunità come gruppo sociale di base capace di soddisfare tutti i bisogni primari del soggetto. La comunità si configurerebbe, perciò, come il livello più immediato di organizzazione e autorganizzazione dei gruppi sociali. Questo approccio si differenzia, a sua volta, dalla riduzione della comunità a semplice area naturale – o insediamento – proposta dagli studiosi della scuola ecologica, con l'effetto di privare la nozione di ogni implicazione etico-culturale.

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