Lessico

sf. [sec. XIII; latino tardo cunŭla, dim. di cūna, culla].

1) Lettino per neonati e lattanti, per lo più costruito in modo che lo si possa far dondolare lateralmente, spesso corredato di cortine contro la luce; culla di vimini, di legno;culla termostatica, speciale tipo di culla per neonati prematuri provvista di un'intercapedine con acqua riscaldabile elettricamente a 26-27 ºC. Fig., la prima età, l'infanzia: dalla culla alla bara, dalla nascita alla morte; morire in culla, in età infantile. Per estensione, luogo di nascita: ho avuto la culla a Milano. Anche luogo di origine e di sviluppo: l'Asia è la culla di tutte le civiltà.

2) L'atto del cullare: addormentarsi senza culla, senza essere cullato e quindi subito, di colpo.

3) Vaso di legno traforato che si pone sul tino e nel quale si pigia l'uva.

4) Parte mobile di una macchina utensile, avente funzione di sostegno.

5) Parte dell'affusto di artiglieria. Entrata in uso dopo il 1870, ha lo scopo di consentire i movimenti di brandeggio ed elevazione senza muovere l'affusto stesso.

6) Gioco molto diffuso e di antiche origini, nato forse in Estremo Oriente, che consiste nel formare delle figure tessendo uno spago fra le mani.

Cenni storici

Di origine molto antica, la culla assunse nel tempo varie forme, quasi tutte adatte al movimento a dondolo. È del sec. XIV una culla a forma di amaca sospesa con cordicelle al soffitto, come appare documentata in un dipinto di S. Martini in S. Agostino a Siena. Successivamente comparve la culla lignea a quattro sponde a incastro, che nelle versioni eleganti era spesso ornata con materiali preziosi, dorata o dipinta . Nel Seicento la struttura lignea venne nascosta da pesanti drappeggi e la culla si arricchì di un montante per sostenere il velo di copertura. Nel Settecento i mobilieri europei adattarono forme e ornamenti della culla ai vari stili dell'arredamento. Vanno ricordate le preziose culle a navicella, quelle lorenesi fornite di manico per farle oscillare, quelle inglesi complete di baldacchino già di moda nel Cinquecento, quelle veneziane di lacca policroma . Nei popoli extra europei la culla assunse forme diverse, spesso determinate da particolari esigenze di esistenza. Nelle due Americhe, sia tra le genti dedite alla caccia sia tra quelle dedite all'agricoltura, era diffuso il tipo di culla a forma piatta (con testata ad archetti) nella quale i bambini venivano legati, in modo che la culla potesse essere portata dalla madre assicurata sul dorso. Nell'America Settentrionale (e anche in quella Meridionale) diffuso era il tipo di culla a forma di amaca con intrecci variopinti. Interessanti esempi di culle artistiche sono documentati presso le tribù delle praterie. Pressoché inesistente nel continente africano (così anche nella Micronesia), la culla è invece molto diffusa tra le tribù australiane, dove assume spesso forma di barca.

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