discriminatóre

sm. [da discriminare]. In elettronica: A) dispositivo usato negli apparecchi radio per la rivelazione dei segnali modulati in frequenza. B) Discriminatore di ampiezza, circuito elettronico che permette di contare impulsi di tensione la cui ampiezza superi un certo valore (discriminatore integrale) o sia compresa entro limiti determinati (discriminatore a finestra o differenziale). Viene usato, per esempio, nei contatori di particelle. Un semplice discriminatore integrale può essere costituito da un diodo polarizzato con una tensione continua di valore Vd pari al livello di discriminazione: in tali condizioni il diodo conduce solo quando l'impulso di tensione applicato all'ingresso è superiore a Vd. Il discriminatore più usato in pratica è costituito da un particolare multivibratore bistabile (circuito di Schmitt) nel quale si ha il passaggio da uno stato all'altro quando la tensione applicata all'ingresso supera un determinato valore V+ (soglia di scatto) e il ritorno allo stato iniziale quando la tensione di ingresso scende al di sotto di un valore V-. I valori di V+ e V- dipendono dalle caratteristiche dei componenti circuitali. Ai terminali di uscita è perciò possibile prelevare un impulso Vu quando all'ingresso è presente un impulso di ampiezza Vi superiore a un valore prefissato. I discriminatori a finestra possono essere realizzati mediante due discriminatori integrali, con diversi livelli di discriminazione Vd₁ e Vd₂, seguiti da un circuito di anticoincidenza. Nella pratica il termine discriminatore viene normalmente usato per gli strumenti multicanali, costituiti da un complesso di discriminatori a finestra con intervalli di discriminazione contigui, mentre gli strumenti a un solo canale vengono più spesso detti analizzatori.

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