ebulliòmetro

sm. [sec. XIX; dal tema del latino ebullīre, bollire+-metro]. Apparecchio (detto anche ebullioscopio) per misurare l'innalzamento del punto di ebollizione di una soluzione rispetto al solvente puro. Uno dei più usati è l'ebulliometro di Beckman, costituito da una grossa provetta, in cui è contenuto il solvente, munita lateralmente di una tubulatura per l'introduzione del soluto; per evitare il surriscaldamento del liquido, si salda in fondo alla provetta un filo di platino e per facilitare l'ebollizione vi si aggiungono corpi solidi inerti, per esempio perle di vetro. La provetta è dotata di un refrigerante a ricadere per evitare la condensazione dei vapori del solvente ed è inoltre protetta da un contenitore a doppia parete che evita dispersioni di calore. La misura dei punti di ebollizione del solvente puro e della soluzione, cioè la misura ebullioscopica, si effettua mediante un termometro di Beckman (vedi anche crioscopia) immerso nel liquido.

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