fluorocarburo

sm. [fluoro+carburo]. Derivato fluorurato di idrocarburi alifatici a basso numero di atomi di carbonio (metano, etano, ecc.) contenente anche cloro e bromo. La mancanza di infiammabilità, l'inerzia chimica e la scarsa tossicità acuta hanno favorito la larghissima diffusione dei fluorocarburi tanto che questi prodotti sono massicciamente impiegati come propellenti di spray. Inoltre sono usati come fluidi negli impianti di condizionamento dell'aria e nelle apparecchiature di refrigerazione, come solventi o agenti insufflanti nella produzione di schiume sintetiche, come intermedi nella produzione delle plastiche a base di monomeri fluorurati (per esempio Teflon). I composti di maggiore importanza commerciale sono il triclorofluorometano (CFCl₃) o F-11, e il diclorodifluorometano (CF₂Cl₂), o F-12, che da soli costituiscono ca. il 90% dell'intera produzione mondiale. Tuttavia, nella seconda metà degli anni Ottanta, alcuni studiosi hanno osservato che la liberazione di fluorocarburo nell'ambiente determina la distruzione dello strato di ozono che protegge la Terra dalle radiazioni solari nocive. I fluorocarburi immessi nell'aria si accumulano lentamente nella stratosfera per la mancanza di meccanismi naturali di rimozione. Nella stratosfera i fluorocarburi sono decomposti per assorbimento delle radiazioni ultraviolette comprese tra 180 e 220 mm. La conseguente liberazione di cloro elementare e del radicale ClO porterebbe alla distruzione dell'ozono.

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