fotòforo

[sec. XX; foto-+-foro]. Organo che produce luce presente nello spessore della pelle in Cefalopodi, Crostacei, Osteitti abissali, ecc. È una formazione globosa che può comunicare con l'esterno o essere chiusa; spesso è racchiusa in un involucro pigmentato. Presenta una porzione ghiandolare, da cui proviene la luce, uno strato riflettente che tappezza il fondo e dei dispositivi rifrangenti, vere lenti per condensare la luce. In alcuni fotofori la luce è prodotta all'interno di cellule (fotociti), per ossidazione di una proteina, detta luciferina, in presenza dell'enzima luciferasi; in altri è prodotta da batteri che compiono la stessa reazione. Nel primo caso i fotofori emettono raggi luminosi, nel secondo possono espellere i batteri come nuvolette luminose. In ogni caso la luce emessa è “fredda”, cioè non accompagnata da produzione di calore, e le sue lunghezze d'onda variano fra il giallo-verde e il verde-azzurro.

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