fotocartògrafo

sm. [foto+cartografo]. Strumento di restituzione analogica a proiezione ottica e osservazione diretta del modello, che impiega due o eccezionalmente tre camere di proiezione. Nel caso di più camere di proiezione, lo strumento è detto fotomultiplo. Il principio della doppia proiezione ottica fu intuito nel 1898 dall'austriaco T. Scheimpflug, che già fin dal 1896 aveva studiato il raddrizzamento del singolo fotogramma per via fotografica. Lo stesso principio era stato enunciato solo teoricamente nel 1865 da Fourcade. In Italia il fotocartografo fu studiato e sviluppato fin dal 1920 dall'ingegnere Nistri, fondatore della ditta Ottico Meccanica Italiana (OMI). Il fotocartografo di Nistri aveva due camere di proiezione, che si muovevano indipendentemente fino a realizzare l'intersezione di almeno quattro raggi ottici proiettati. Questi localizzavano su uno schermo di raccolta dell'immagine quattro punti di appoggio in posizione planimetrica omologa a quella reale sul terreno. Altri strumenti, che utilizzavano lo stesso principio di Scheimpflug, furono realizzati dal tedesco Gasser nel 1915 e dal francese Ferber nel 1927. Quest'ultimo nel 1934 mise a punto un fotocartografo che può essere considerato l'antenato dei moderni ortoproiettori, visto che la proiezione ottica sullo schermo avveniva mediante una scansione rettilinea del modello con fessura orientabile.

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