Lessico

sm. [sec. XIII; dal latino diurnus, giornaliero].

1) Intervallo di tempo che la Terra e, in generale, i pianeti e i satelliti impiegano per compiere una rotazione su se stessi.

2) Più comune, periodo di ventiquattro ore che va da una mezzanotte a quella successiva; anche periodo di ventiquattro ore in genere: un mese di trenta giorni; la settimana è di sette giorni; giorno festivo, feriale; il giorno di Natale; i fatti del giorno, gli avvenimenti importanti più recenti. In particolari loc.: è l'uomo del giorno, quello di cui si parla molto; essere, mettersi a giorno, essere, mettersi al corrente, alla pari; tenere a giorno un registro, tenerlo in regola, aggiornarlo; dare gli otto giorni, licenziare qualcuno dandogli il preavviso fissato dalla legge; ogni giorno, in continuazione, sempre; giorni or sono, pochi giorni fa; al giorno, il giorno, in ciascun giorno: lavorare otto ore al giorno; giorno per giorno, giornalmente, senza preavviso e programmi; a giorni, fra poco tempo; è affare di giorni, di pochi giorni, che dura poco o si realizzerà presto; da un giorno all'altro, all'improvviso; di giorno in giorno, a indicare una progressione di tempo o una certa imminenza; un giorno o l'altro, prima o poi, in un momento indeterminato; di tutti i giorni, abituale, ordinario: l'abito di tutti i giorni, quello che si porta abitualmente.

3) Per estensione, la situazione atmosferica o altri fattori che caratterizzano la giornata: giorno nebbioso, un giorno di lutto; giorno utile, precedente la scadenza dei termini stabiliti perché sia valido il compimento di un determinato atto; proverbio: “Roma non fu fatta in un giorno”, ogni impresa, specie se di grande respiro, ha bisogno di tempo per essere realizzata.

4) Contrapposto a notte, la parte di giorno solare compresa tra il sorgere e il tramontare del Sole: l'alternarsi del giorno e della notte; lavora giorno e notte, continuamente, senza interrompersi; fare di giorno notte, impiegare la notte in attività che di solito si sbrigano di giorno; illuminare a giorno, con intensità di luce; anche fig.: chiaro come la luce del giorno, di assoluta chiarezza ed evidenza; alla luce del giorno, senza sotterfugi o intrighi; ci corre quanto dal giorno alla notte, c'è un'enorme differenza di valutazione, di carattere, ecc.; proverbio: “Il buon giorno si vede dal mattino”, la felice riuscita di un'impresa, di un'attività si può intuire dall'inizio. Per estensione, lett., chiarore del giorno, luce del sole: “Lo giorno se n'andava” (Dante). Più comune nelle loc.: libreria a giorno, aperta, non protetta; punto a giorno, punto di ricamo a traforo ottenuto sfilando la tela sotto l'orlo e fermando i fili a piccoli, simmetrici mazzetti e che serve soprattutto per rifinire la biancheria; montatura a giorno, negli occhiali, una leggera staffa metallica fermata da viti che sostituisce gli anelli portalenti; anche incastonatura di pietra preziosa che la rende visibile anche da sotto; nelle gemme, incastonarle in modo che siano completamente visibili.

5) Usato specialmente al pl., indica un periodo di tempo non determinato: sono stati giorni bellissimi; ai miei giorni, al tempo della mia giovinezza o in un certo periodo della mia vita. In particolare, la vita: finire i propri giorni, morire; giungere al termine dei propri giorni, arrivare alla fine della vita; il giorno estremo, quello della morte; il giorno finale, del Giudizio; ha i giorni contati, è vicino alla morte; non ha tutti i suoi giorni, è un po' strambo.

Astronomia

Si distingue fra: A) Giorno siderale o sidereo, intervallo di tempo che intercorre fra due successive culminazioni di una stella (ma non il Sole) o di un punto sulla sfera celeste, in particolare il punto γ. B) Giorno solare vero, intervallo di tempo fra due culminazioni successive del Sole: poiché questo si muove rispetto alle stelle fisse di un moto diretto apparente di circa un grado al giorno, ne segue che il giorno siderale è più breve del giorno solare di 3´55‟, 909; tale differenza fa sì che in un anno solare (tropico) siano contenuti 365,2422 giorni solari e 366,2422 giorni siderali. C) Giorno solare medio, intervallo di tempo fra due culminazioni successive del Sole medio, cioè del Sole (fittizio) che si muove apparentemente di moto uniforme sull'eclittica, passando al perigeo e all'apogeo assieme al Sole vero. Questo artificio ha lo scopo di stabilire, agli effetti civili, una durata uniforme del giorno nel corso dell'anno, cosa che non sarebbe possibile considerando il Sole vero, in quanto questo si muove su un'orbita apparente non circolare e inclinata rispetto all'equatore celeste. La differenza di tempo fra la culminazione del Sole medio e quella del Sole vero si chiama equazione del tempo. D) Giorno civile, corrispondente al giorno solare medio, ma che si fa iniziare dalla mezzanotte; era già usato dagli Egizi e dai Romani, mentre gli Arabi, per esempio, lo facevano iniziare con il mezzogiorno, i Babilonesi con il sorgere del Sole; generalmente, però, per i popoli antichi il giorno cominciava, come ancor oggi nella liturgia (giorno liturgico) cattolica, con il vespro (presso gli Ebrei il giorno era calcolato dal tramonto al tramonto, perciò il riposo sabatico aveva inizio al tramonto del venerdì). In quanto alla suddivisione del giorno prima di essere fatta in base al calcolo astronomico delle 24 ore, fu stabilita o in base a fatti generici e con indicazioni generiche (per esempio mezzogiorno, mezzanotte, vespro, crepuscolo, ecc.) oppure, come per i Romani, dividendo il giorno (e analogamente la notte) in periodi pari a tre ore ognuno: l'ora terza era quindi il periodo dalle 6 alle 9, l'ora sesta dalle 9 alle 12, l'ora nona dalle 12 alle 15, la duodecima o vespro dalle 15 alle 18. E) Giorno astronomico, è identico al giorno solare medio, ma inizia al mezzogiorno del giorno civile precedente; è stato abolito nel 1925. F) Giorno giuliano, analogo al precedente, ma con una numerazione progressiva e non periodica, e di conseguenza di maggiore utilità nella datazione dei fenomeni astronomici. G) Giorno lunare, intervallo di tempo tra due successivi passaggi del Sole su di uno stesso punto della superficie lunare: coincide con il tempo che la Luna impiega per tornare in congiunzione col Sole, cioè 29 giorni solari 12h44´2,8‟; la durata delle ore di luce è pressappoco uguale a quella di buio (ca. 350 ore) . § La durata del giorno, inteso come numero di ore di luce, varia nel corso dell'anno in funzione della declinazione del Sole; all'equatore giorno e notte hanno sempre uguale durata; così pure, in ogni punto della Terra si avrà uguaglianza fra ore di luce e di buio durante gli equinozi. Nell'emisfero boreale, dall'equinozio di primavera fino a quello di autunno la durata del giorno supera quella della notte; l'opposto si avrà dall'equinozio di autunno a quello di primavera; le durate del giorno massima e minima si avranno rispettivamente al 21 giugno (solstizio d'estate) e al 21 dicembre (solstizio d'inverno). Nell'emisfero australe, data l'inversione delle stagioni rispetto all'emisfero boreale, si verificherà il contrario, per cui il giorno più lungo sarà quello del 21 dicembre e il più corto quello del 21 giugno. La durata del giorno varia, inoltre, in rapporto alla latitudine: con l'aumentare di questa aumenta la durata relativa delle ore di luce, per cui ne deriva che il giorno più lungo cresce fino a giungere a 24 ore, alla latitudine di 66º33´; a latitudini superiori si giunge a durate di più giorni solari fino a un massimo di 186 giorni solari ai poli dove il periodo di luce dura dall'equinozio di primavera a quello d'autunno e viceversa per l'emisfero australe, per cui si ha l'effetto della permanenza del Sole più o meno alto sull'orizzonte; l'opposto si verificherà per il giorno più corto .

Diritto

Dal punto di vista giuridico, i giorni festivi stabiliscono un'interruzione di ogni attività giuridica e di lavoro, sia da parte di soggetti privati, sia da parte di enti pubblici. La legge 27 maggio 1949, n. 260, stabilisce quali sono i giorni festivi nei quali si osserva il completo orario festivo e le solennità civili nelle quali si rispetta l'orario ridotto negli uffici pubblici. In taluni di questi giorni festivi e in altri non considerati festivi la legge prevede anche l'imbandieramento degli edifici pubblici. Con la legge 5 marzo 1977, n. 54, sono state abolite le feste nazionali del 2 giugno e del 4 novembre le cui celebrazioni sono state spostate rispettivamente alla prima domenica di giugno e di novembre. Successivamente la legge 20 novembre 2000, n. 336 ha ripristinato la festa nazionale della Repubblica al 2 giugno di ciascun anno.

Economia

Nella terminologia bancaria e commerciale: giorno di scadenza, data nella quale deve essere eseguito l'adempimento di un'obbligazione o aver luogo un atto contrattuale; giorno di pagamento, nel quale si deve pagare un debito scaduto; data ricorrente periodicamente, prestabilita dalle grandi aziende o dalle banche per i regolamenti in contanti; giorni di grazia, giorni di dilazione concessi dalle banche ai clienti o fissati dagli usi e consuetudini vigenti per il pagamento delle obbligazioni scadute; in particolare, il periodo di dilazione concesso in alcune piazze estere per gli effetti in scadenza; giorno di valuta, giorno dal quale cominciano a decorrere gli interessi su un capitale; applicati in particolare dalle banche ai versamenti in conto corrente secondo la diversa liquidità delle somme depositate; giorni di banca o di sconto, giorni che, nella distinta di sconto, aumentano il periodo intercorrente tra la data di ammissione allo sconto e la scadenza degli effetti; essi corrispondono, nel calcolo degli istituti bancari, alla perdita di valuta conseguente al trasferimento dei fondi da una piazza all'altra o da un settore amministrativo all'altro; giorni di viaggio, giorni che causano una perdita di valuta commisurata alle distanze e quindi al tempo necessario per il viaggio. Nelle transazioni commerciali via mare si usa l'espressione: giorni lavorativi (working days), per indicare, nel contratto di noleggio, i giorni di lavoro effettivo sui quali vengono calcolate le stallie; è usata anche l'espressione giorni lavorativi tempo permettendo (weather working days);giorni correnti (running days), nel contratto di noleggio i giorni, compresi quelli inutilizzabili per festività, scioperi, cattivo tempo, ecc., sui quali si calcolano le contrastallie.

Religione

Giorno del Signore, nell'Antico Testamento è detto giorno di Yahwèh e indicava il giorno o più genericamente il tempo in cui Yahwèh interveniva nella storia del suo popolo: in origine significò quasi esclusivamente giorno d'ira, di punizione, di disgrazia, ma poi prevalse il significato di giorno di salvezza per Israele e di rovina per i suoi avversari. Nel Nuovo Testamento è accolta la designazione giorno di Dio o giorno del Signore; in San Paolo ricorre anche il giorno di Cristo. Il termine giorno, isolato, ha spessissimo significato escatologico-apocalittico: di ritorno del Cristo, dell'ultimo giorno, della fine di questo mondo (I Corinti 1,8; I Tessalonicesi 5,2; Apocalisse 6,14).

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