Lessico

agg. e sm. e f.

1) Agg., proprio del Giappone, relativo al Giappone: vaso giapponese, ventaglio giapponese; lotta giapponese, judo.

2) Sm., abitante o nativo del Giappone, la lingua ivi parlata.

Linguistica: descrizione generale

Il giapponese è una lingua polisillabica agglutinante; il problema della sua origine e dei suoi rapporti con le altre lingue non è stato ancora risolto: tra le tante si è affacciata l'ipotesi di una parentela col coreano e con le lingue altaiche. Attestato da iscrizioni fin dalla fine del sec. VI d. C., è oggi frazionato in numerosi dialetti, alcuni dei quali (Nagasaki, Kagoshima, isole Ryūkyū) sensibilmente diversi. Caratteristiche principali del giapponese sono: la mancanza dell'articolo, la mancanza del genere (solo in certi casi si premette un elemento o per indicare il maschile e un elemento me per il femminile) e del numero (talvolta la pluralità viene espressa con i suffissi -tači, -domo, -kata, -ra, -nado, o semplicemente con il raddoppiamento del sostantivo: niči, giorno; ničiniči, giorni); i rapporti grammaticali sono espressi con particelle posposte (no per le funzioni di genitivo, ni per quelle di dativo, wo per quelle di accusativo, kara per quelle di ablativo); da un radicale si ricava l'aggettivo con il suffisso -i e il sostantivo con il suffisso -sa; il verbo non distingue la persona, ma ha una forma affermativa diversa da quella negativa.

Linguistica: scrittura

I Giapponesi derivarono fin dal sec. V d. C. il loro sistema di scrittura dai caratteri cinesi anghai, leggendo gli ideogrammi sia secondo la pronuncia cinese più o meno deformata, sia secondo la pronuncia della parola giapponese corrispondente. Dai caratteri cinesi furono poi ricavati segni sillabici che si presentano in due varianti grafiche, quella del sillabario ira-kana e queella del sillabario kata-kana. Ambedue questi sillabari hanno 48 segni (5 per le vocali a, i, u, e, o; 42 per le sillabe formate da una consonante seguita da una delle cinque vocali, uno per la n finale). La scrittura giapponese, come quella cinese, è disposta in colonne verticali dall'alto in basso e da destra a sinistra. Nell'ultimo secolo si è proceduto alla semplificazione e alla riduzione del numero degli ideogrammi. Dal secondo dopoguerra ne sono in uso ufficialmente solo 1850. Anche la struttura linguistica ha subito notevoli cambiamenti con l'adozione ufficiale della lingua parlata al posto di quella scritta e l'assunzione di numerosi termini dedotti dalle lingue occidentali.

Bibliografia

G. B. Sansom, An Historical Grammar of Japanese, Oxford, 1928; H. G. Henderson, Handbook of Japanese Grammar, Boston, 1948; Ch. Haguenauer, Morphologie du japonais moderne, 2 voll., Parigi, 1951; G. Wenck, Japanische Phonetik, Wiesbaden, 1954; L. Magnino, I facili misteri della lingua giapponese, Firenze, 1968; O. ed E. Vaccari, Dizionario italiano-giapponese e giapponese-italiano, Tokyo, 1972; A. Rose-Innes, Beginners' Dictionary of Chinese-Japanese Characters, New York, 1977.

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