gig economy

Espressione inglese (da gig, “lavoretto”, ed economy, “economia”) per definire un sistema economico organizzato su lavori occasionali e temporanei, in parte o completamente privi delle garanzie contrattuali riservate invece agli impieghi stabili e continuativi. In tutto il mondo occidentale i numeri dimostrano una forte crescita della gig economy, sempre più intesa come una forma estrema di esternalizzazione della forza lavoro (outsourcing), capace di garantire alle aziende significativi risparmi sui costi del personale. Il termine si è diffuso negli Stati Uniti all’inizio della crisi finanziaria nel 2009, insieme alla versione alternativa di gigonomics. Tecnicamente è un’economia basata su lavori a tempo perso o su secondi e terzi lavori estremamente frammentati, affidati a freelance ma gestiti da piattaforme digitali condivise, con sistemi organizzativi talvolta simili a quelli dei lavoratori dipendenti. Sono lavoratori della gig economy gli autisti a chiamata, i fattorini in bici (riders), i locatori temporanei di camere o appartamenti. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, nella categoria vanno inclusi non solo i lavoratori non qualificati o respinti dagli impieghi tradizionali a causa della crisi economica, ma anche persone desiderose di mettere a disposizione le proprie professionalità con maggiore libertà, attraverso portali dedicati (talent platform).

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