glicemìa

sf. [sec. XIX; da glico-+-emia]. Contenuto in glucosio del sangue, regolato soprattutto a livello epatico dall'equilibrio tra glicogenosintesi e glicogenolisi, sotto il controllo di diversi ormoni, primi fra tutti l'insulina e il glucagone. Normalmente, il livello glicemico medio dell'uomo sano, a digiuno da 12 ore, è compreso tra 70 e 100 mg/dl. Valori abnormalmente bassi si hanno nell'ipoglicemia, mentre il contrario si verifica nell'iperglicemia. L'ipoglicemia può essere iatrogena (cioè provocata da eccesso di terapia con ipoglicemizzanti orali o insulina nel diabete mellito), o secondaria a digiuno prolungato oppure comparire in pazienti affetti da tumore delle isole di Langherans (insulinoma), nel diabete renale (eccessiva perdita di glucosio con le urine), nell'insufficienza ipofisaria ecc. L'ipoglicemia (inferiore a 50 mg/dl) si manifesta sia con sintomi generali, quali sudorazione, tremori, debolezza, palpitazioni, senso di fame, sia con sintomi a carico del sistema nervoso centrale, quali disturbi visivi, stato confusionale, nei casi più gravi coma. Fra le cause più frequenti di iperglicemia vi sono il diabete mellito, il feocromocitoma, il glucagonoma, l'iperincrezione di cortisolo (sindrome di Cushing), l'acromegalia, l'ipertiroidismo. L'iperglicemia può essere inizialmente asintomatica. Quando l'aumento del glucosio ematico supera la soglia renale (il valore oltre il quale il glucosio attraversa il filtro renale e viene escreto con le urine), si ha glicosuria e conseguente aumento della diuresi per effetto osmotico. Altri sintomi di iperglicemia possono essere disturbi visivi, stanchezza, nausea. Anche la grave iperglicemia può condurre al coma. La glicemia è sensibile all'assunzione di cibo e viene detta basale quando misurata al mattino dopo 12 ore di digiuno. La sua valutazione può essere anche effettuata ripetutamente in altri orari durante la giornata (curva glicemica) oppure a diversi intervalli di tempo dopo l'assunzione di una soluzione zuccherina (OGTT, o test da carico orale con glucosio), per individuare un consumo di glucosio patologico (ridotta tolleranza agli zuccheri, diabete mellito).

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