globalismo

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sm. [sec. XX; da globale].

1) In pedagogia, fenomeno, chiamato da O. Decroly “funzione di globalizzazione” e da E. Claparède“sincretismo”, che caratterizza gli atti percettivi ed espressivi infantili e in genere dell'intera capacità conoscitiva dell'uomo. La realtà esterna viene cioè percepita sincreticamente, vale a dire nel suo insieme, in maniera generica e indistinta, e non analiticamente, nei suoi particolari; in un secondo tempo i singoli elementi vengono analizzati e discriminati. Sul riconoscimento di tale processo Decroly fondò (1929) il “metodo globale” per l'insegnamento della lettura e della scrittura: il punto di partenza non è lo studio di sillabe e suoni, ma quello della frase e della parola che assumono un immediato senso concreto per il bambino, mentre solo in un secondo tempo si insegna la scomposizione analitica. Il metodo globale caratterizza ancor oggi l'impostazione della didattica nella scuola elementare, non solo per la lettura o la scrittura ma per altre materie (geografia, storia, scienze, ecc.).

2) In sociologia, la visione del mondo che sottostà al processo economico della globalizzazione. A seconda degli schieramenti politici e ideologici, il globalismo viene inteso con valenze positive o negative: come processo di analisi e riflessione che porta a uno sviluppo economico sostenibile, a una migliore distribuzione e ripartizione di opportunità e profitti oppure come processo di omologazione socioculturale che porta all'egemonia del pensiero neoliberista.

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