grido

Lessico

sm. (pl. le grida, dell'uomo; i gridi, degli animali o anche dell'uomo, ma considerati singolarmente, non nel loro complesso) [sec. XIII; da gridare].

1) Atto del gridare; suono emesso con forza da uomini e animali: le grida dei ragazzi; si udivano i cupi gridi degli animali; a grida di popolo, per volontà unanime. Per estensione, invocazione, implorazione: il grido dei perseguitati politici. Fig., rinomanza: è un medico, un architetto di grido. Nel linguaggio della moda, ultimo grido, di creazione recentissima. In particolari accezioni: A) In araldica,Grido di guerra (o dell'arme), motto di una, due o tre parole, posto in un listello svolazzante al di sopra dello scudo. Riproduce il grido di guerra caratteristico del titolare dell'arma e delle sue truppe. B) In diritto, Grida sediziose, reato commesso da chi in una riunione non privata o in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico compie manifestazioni o emette grida sediziose, atte a turbare l'ordine pubblico. La pena, se il fatto non costituisce più grave reato, è dell'arresto fino a un anno. C) Nel linguaggio finanziario, negoziazione alle grida, modi di contrattazione normalmente in uso nelle Borse italiane per i valori ammessi alle quotazioni ufficiali e riservato esclusivamente agli agenti di cambio o ai loro rappresentanti. Tale negoziazione è svolta ad alta voce per permettere la partecipazione di tutti i presenti.

2) Familiare pl., rimproveri violenti: fu accolto dalle grida materne.

3) Grido dello stagno, rumore caratteristico, dovuto allo scorrimento dei cristalli, prodotto dallo stagno e da talune sue leghe quando vengono deformati plasticamente a freddo.

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