Lessico

sf. [sec. XIV; da legare1].

1) Operazione, risultato e modo del legare: la legatura è troppo stretta. In particolare, in chirurgia, intervento che ha lo scopo di interrompere definitivamente la circolazione sanguigna in un vaso, mediante idoneo laccio stretto attorno alla sua parete. Per estensione, il punto in cui una cosa è legata: il foro si trova sotto la legatura.

2) Più in particolare: A) operazione che si compie per ottenere dai fogli sciolti il libro finito. È detta anche, ma impr. in quanto il termine dovrebbe essere riferito solo all'operazione di rifacimento della legatura di un libro, rilegatura; il risultato di tale operazione: un manoscritto con legatura cinquecentesca; una legatura in pelle. B) Incastonatura delle pietre preziose. C) Nella scrittura, tratto che unisce una lettera dell'alfabeto a un'altra. In particolare, in tipografia, filetto di unione fra due lettere contigue di caratteri calligrafici. Anche lo stesso che logotipo. D) In marina, disposizione di diverse spire di cima sottile su tratti di due cavi per unirli insieme ed evitare che scorrano uno rispetto all'altro o su tratti di uno stesso cavo per formare una gassa, per fermare i capi di un nodo, ecc. E) Nei tessuti doppi, formati cioè da due falde semplici unite tra loro in tutta la superficie, insieme degli elementi di uno dei tessuti che devono legare con gli elementi dell'altro; la legatura si ottiene legando la trama dell'uno con i fili di ordito dell'altro tessuto.

3) Segno in uso nella notazione musicale dal sec. XVII in poi, con due principali funzioni. La legatura di articolazione è una linea arcuata posta sopra o sotto due o più note e prescrive un'esecuzione legata o comunque tale da sottolineare l'appartenenza delle note comprese nella legatura a un medesimo inciso, o alla stessa semifrase, frase, periodo. La legatura di valore, congiungente due note della medesima altezza, prescrive di sommare (senza ribattere) le durate delle note stesse.

Tecnica: generalità

La legatura è l'operazione ultima del ciclo di lavorazione del libro e serve a formare il blocco delle segnature e a fissarlo entro la coperta (copertina). Questa può essere confezionata separatamente o sul blocco stesso; nel primo caso si ottiene la legatura alla rustica e la legatura a incassatura; nel secondo la legatura a incartonatura. In ciascuna di queste tre categorie si distinguono ancora diversi tipi in relazione ai materiali e ai procedimenti utilizzati, nonché alle rifiniture e agli elementi decorativi impiegati. Le operazioni principali della legatura sono, nell'ordine: piegatura dei fogli in modo da formare i fascicoli in base alle segnature indicate; cucitura dei fascicoli; pressatura; applicazione delle sguardie; incollatura sul dorso; taglio dei margini; arrotondatura del dorso; indorsatura del blocco; applicazione dei capitelli; applicazione della copertina. Nelle legature fatte a mano, e in genere in tutte le rilegature, la cucitura dei fascicoli può essere preceduta dal grecaggio, che consiste nel praticare sul dorso del volume, mediante un apposito segaccio, dei solchi paralleli (greche): la cucitura segue questi solchi, nei quali viene collocato un grosso spago (cucitura su cordoni) o tra i quali possono essere fissate delle fettucce (cucitura su nastri). Gli stili e le tecniche di cucitura, che sono molti e diversi tra loro, devono essere scelti in coerenza con il tipo di libro (formato, età, pregio estrinseco) da legare.

Tecnica: legatura alla rustica

Normalmente denominata brossura, è la più economica ed è quella più diffusa nella legatoria industriale: dopo l'incollatura del dorso viene applicata la copertina, in precedenza stampata e cordonata. Quest'ultima fase viene normalmente eseguita da apposite macchine brossuratrici. I libri così completati vengono rifilati sui margini per mezzo di tagliacarte. Se la copertina è leggermente sporgente oltre i margini si ha la brossura con unghiatura: in questa legatura la copritura del libro viene ovviamente eseguita dopo la rifilatura del blocco.

Tecnica: legatura a incassatura

Nella legatura a incassatura la copertina, sempre stampata a parte, è costituita da quadranti in cartone separati da una striscia in cartoncino, detta dorsetto o anima, e rivestiti in tutto o in parte in tela (copertina in piena tela o in mezza tela). Per applicarla al blocco si incollano, dopo l'arrotondatura del dorso, i lembi esterni delle sguardie alle facce interne dei quadranti. Per ottenere una maggiore solidità si usa rinforzare l'unione della copertina al blocco con cerniere in tela e dorso a soffietto, mentre l'indorsatura viene eseguita con garza e cucitura su corda o fettucce incollate alle sguardie.

Tecnica: legatura a incartonatura

Si esegue esclusivamente a mano, confezionando le copertine su ogni libro. I quadranti in cartone sono applicati al blocco cucito su corde o su nastri facendo passare questi in fori fatti sui cartoni stessi e fissandoli con l'incollatura e la pressatura delle punte entro appositi incavi detti scodellette. Strisce di carta (dette tiranti) vengono quindi incollate sulle facce interne dei quadranti per dar loro una leggera convessità che compenserà l'opposta deformazione al momento dell'applicazione del rivestimento. Seguono poi la garzatura (cioè l'indorsatura con garza) eseguita sul libro posto sotto pressa, l'applicazione dei capitelli e di una striscia di carta sulla garza. Il rivestimento può essere in piena tela o in piena pelle, in mezza tela o in mezza pelle, in pergamena, in mezza pelle e mezza tela, ecc., lasciando il dorso liscio o con nervi o rialzi, con o senza angoli di pelle sui quadranti. In relazione ai materiali impiegati la legatura a incartonatura si dice solida corrente (in piena tela o in mezza tela) e d'arte o di lusso (in piena pelle), quest'ultima classificabile secondo lo stile delle decorazioni impresse. Il grande sviluppo delle attività editoriali e le svariate esigenze di allestimento degli stampati hanno portato alla legatoria industriale che utilizza macchine e apparecchiature molto complesse, come tagliacarte elettronici a programma, piegatrici automatiche, accavallatrici-cucitrici a filo metallico con mettifoglio automatico, imbavatrici-inseritrici automatiche, brossuratrici, fino alle catene automatiche per la raccolta e brossura (termine derivato dal francese brocher, cucire, per indicare le semplici legature consistenti nella cucitura dei fogli stampati con applicazione di copertine di cartoncino) di volumi e alle copertinatrici automatiche.

Cenni storici

Le più antiche legature sono rappresentate dalle tavolette romane (per lo più d'avorio scolpito) dei dittici consolari, ma vere e proprie legature cominciarono a usarsi a Roma quando il libro a forma di codice sostituì il libro a rotolo; i piatti erano generalmente costituiti da tavolette di legno e il dorso in pelle o pergamena; si hanno anche esempi di coperte di libri in metallo, qualche volta prezioso e ornato di gemme e pietre rare. Nei primi secoli del cristianesimo furono particolarmente curate le legature degli evangeliari (evangeliario di Ravenna, in avorio scolpito; evangeliario detto di Teodolinda del duomo di Monza, in oro, gemme e cammei). Nell'alto Medioevo le legature dei libri fatte nei monasteri fecero prevalere le coperte di cuoio sbalzato o cesellato: questo stile monastico sopravvisse ancora nel Rinascimento a fianco delle legature in pelle con impressioni a secco. Tuttavia l'arte rinascimentale della legatura predilesse, almeno per i libri di maggior lusso, piatti ricoperti in tessuti pregiati (sete, velluti, damaschi), ricamati e decorati, con borchie e fermagli in oro o argento, cesellati e sbalzati; per le altre legature era usuale la pelle, con o senza impressioni; le legature di minor costo erano spesso a piatti in semplice legno con dorso in pelle; si usavano legature in pergamena molle, a busta, per taccuini e simili. Libri di piccolo formato potevano avere la stoffa della legatura che terminava in una lunga striscia utilizzata per annodare il libro alla cintura e portarlo come una borsa. Nel sec. XV comparvero in Europa dall'Oriente e dal mondo arabo nuove pelli (marocchino, chagrin) e nuove tecniche di decorazione, in particolare in oro: nacque in Italia la decorazione a caldo con oro in fogli. L'avvento del libro a stampa diede grande impulso anche all'arte della legatura. I legatori che lavorarono per Manuzio, per i Giunti e per gli altri editori del tempo usarono in abbondanza pelli impresse, a secco e in oro, spesso con l'aggiunta di cammei. Grande favore ebbero anche le legature mosaicate, con intarsi di pelli diverse. Un notevole impulso all'arte della legatura diede anche il formarsi di numerose grandi collezioni private accanto a quelle delle biblioteche di corte; tra i bibliofili più noti in questo campo, che hanno dato in qualche caso il loro nome a uno stile, si ricordano D. Canevari, J. Grolier, T. Maioli, P. G. Orsini, P. L. Farnese, Th. Wolton. Nel Seicento più che nel passato la legatura risentì dell'influenza delle altre arti decorative; i grandi legatori del secolo, specie i francesi (Eve, Le Gascon, Badier, Du Seuil, ecc.), amarono legature dalle impressioni sovrabbondanti che successivamente, ancora prevalentemente per influsso del gusto francese, si alleggerirono in decorazioni a merletto in pelli dai toni più caldi; verso la fine del Settecento dominarono quasi incontrastate legature dalle cornici sobrie con fregi in piccoli ferri a palmette o conchiglie cui poi vennero a sostituirsi gli elementi decorativi di gusto neoclassico del primo Ottocento. Scarso rilievo ha avuto la legatura romantica, per lo più imitazione dell'antico; alla fine del secolo e al principio del Novecento il vivace rinnovamento delle arti decorative si è riflesso nell'arte della legatura; capiscuola sono stati: in Inghilterra, W. Morris e W. Crane; in Francia, Marius-Michel, L. Gruel e altri; in Italia, i più noti, Tartagli, Pacchiotti, Grozzi, Colombo, Giannini.

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