linotype

s. inglese usato in italiano come sf. Macchina compositrice tipografica monolineare ; il nome, che è un marchio di fabbrica, è stato usato per tutte le macchine di questo tipo. Ideata dall'americano O. Mergenthaler nel 1886, si è diffusa, con successivi perfezionamenti, dal 1890 fino agli anni Ottanta del nostro secolo. È stata resa obsoleta dalla fotocomposizione, dopo avere svolto il ruolo più importante nell'evoluzione delle tecniche di stampa. Ha la caratteristica di comporre automaticamente linee giustificate di parole, nel corpo prescelto. È formata da quattro parti principali: la tastiera, il magazzino delle matrici, il compositoio e il gruppo di fusione. Il magazzino delle matrici intercambiabile, contiene in media 900 caratteri del corpo desiderato (dal 6 al 14); ciascuna matrice porta due incisioni, una per il tondo e una per il corsivo. L'operatore, agendo sulla tastiera, provoca la discesa delle matrici e degli spazi sul compositoio, da dove la linea composta viene trasferita al gruppo di fusione. Qui, dopo la giustificazione, ottenuta per mezzo di sottilissimi cunei che distribuiscono uniformemente lo spazio residuo tra le varie parole, viene fusa l'intera linea (con il disegno dei caratteri in rilievo sul lato a contatto delle matrici); la riga, dopo essere stata espulsa, viene allineata alle altre, in ordine di composizione. Le matrici, scomposte, sono inviate al magazzino. La produzione media fu di 6000/9000 lettere/ora, fino all'introduzione, nel 1930, della Teletype setter, che, azionata da un nastro preperforato, la aumentò a 25.000 lettere/ora.

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