maggióre

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(anticamente maióre), agg. [sec. XIII; dal latino maíor-ōris, compar. di magnus, grande].

1) Agg., più grande, nei vari sensi di questo agg.: questo prato è maggiore del nostro; occorre comportarsi con maggiore prudenza; il maggiore prosatore italiano del Cinquecento, il più importante, significativo; per metonimia: il maggiore Petrarca, le sue opere più riuscite, più importanti. In loc. specifiche: andare per la maggiore, essere sulla cresta dell'onda, avere molta popolarità e successo: età maggiore, vedi età; forza maggiore, vedi forza.

2) In particolare, di persona, più anziano o superiore in una scala gerarchica: ha sposato la maggiore delle figlie; cappellano maggiore; sergente, caporal maggiore; spesso usato, sul modello latino, per indicare il più antico di due personaggi con lo stesso nome: Catone Maggiore, il Censore (rispetto a Catone Minore, l'Uticense). Anche come sm. o f. per indicare persona più anziana o gerarchicamente più importante; al pl., lett.: i maggiori, gli antenati.

3) In matematica, termine corrispondente al simbolo ≥ (vedi disuguaglianza).

4) Nella gerarchia militare, primo grado degli ufficiali superiori, a cui compete il comando di un battaglione o di un reparto equivalente; è intermedio fra il grado di capitano e quello di tenente colonnello. Maggiore generale, nell'esercito e nell'aviazione italiani grado dei servizi corrispondenti, nelle armi, al generale di brigata.

5) Nella teoria musicale, termine che, insieme all'altro correlato di minore, definisce un intervallo, un accordo, il modo di una scala. In una successione diatonica compresa in un'ottava sono maggiori gli intervalli di seconda quando tra le note costituenti esiste la distanza di un tono; di terza quando la distanza è di due toni; di sesta, quando la distanza è di quattro toni e un semitono; di settima quando la distanza è di cinque toni e un semitono. Tali intervalli si intendono minori abbassando i valori degli intervalli maggiori relativi di un semitono cromatico. L'accordo perfetto maggiore è una triade ottenuta sovrapponendo a un suono fondamentale la sua terza maggiore e la sua quinta giusta. L'accordo perfetto minore è in tutto simile al precedente a eccezione della terza, che è minore. Il modo maggiore si caratterizza, rispetto al modo minore, per l'intervallo di terza maggiore che ricorre tra la nota iniziale della scala e la sua terza, nonché per l'invariabilità dell'intervallo di sesta maggiore intercorrente tra la nota iniziale e la sua sesta.

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