malònico

agg. [sec. XIX; da malico]. Acido malonico, acido bicarbossilico con formula di struttura HOOC–CH₂–COOH, largamente diffuso in natura. È presente in forti quantità nel succo di bietole, sotto forma di sale calcico. È una sostanza cristallina, solubile in acqua, alcol ed etere; per riscaldamento si trasforma in acido acetico. Si ottiene industrialmente per sintesi a partire dall'acido monocloro-acetico. La forte reattività del gruppo –CH₂– dell'acido malonico e dei suoi derivati spiega la grande importanza di questi composti sia nella chimica preparativa (sintesi dei barbiturici, sintesi di vari amminoacidi, ecc.) sia in campo biochimico. Nei tessuti degli animali superiori l'acido malonico si forma dal catabolismo dell'amminoacido lisina, dalla citosina, e soprattutto dalla carbossilazione dell'acetilcoenzima A, che avviene in presenza di biotina e di ATP. Il composto che si ottiene è un prodotto di addizione dell'acido malonico con il coenzima A, o malonil-CoA, e costituisce il più importante intermedio della biosintesi degli acidi grassi, biosintesi che si compie con un complesso di reazioni biochimiche che rappresenta in pratica il processo inverso della β-ossidazione degli acidi grassi. L'acido malonico è un potente inibitore della succinico-deidrogenasi, enzima che nell'ambito del ciclo di Krebs trasforma l'acido succinico in acido fumarico.

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