male (avverbio)

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avv. (in posizione proclitica si tronca in mal; compar. pèggio o più male; superl. pessimaménte o malìssimo) [sec. XIII; latino male, avv. di malus, cattivo].

1) Esprime in genere il contrario dell'avv. bene; quindi in modo non buono, non giusto, disonesto, disdicevole, ecc.: comportarsi male; denaro male speso; passarsela male. Anche in modo non preciso o perfetto: capire, ricordare male; l'accendino funziona male. Unito ad alcuni verbi ne esprime l'azione o lo stato non conformi ai desideri o acquista senso specifico: andare male, in modo contrario alle aspettative; finire male, avere esito negativo (anche in frasi, impers.: attenti o qui finisce male); parlare male di qualcuno, esprimerne giudizi sfavorevoli; restare, rimaner male, deluso, contrariato o risentito; stare o sentirsi male, in cattiva salute; di cose: star male, essere inadatto, inadeguato; riferito a persone, far cattiva impressione o figura; in senso morale: sta male, è sconveniente, riprovevole; trattar male, in modo scortese o con avarizia; trovarsi male, a disagio; venir male, non riuscire secondo le intenzioni (di opere, lavori, ecc.); vestir male, con trascuratezza o senza gusto.

2) Con valore neg., non proprio, non del tutto: lo faccio mal volentieri. Anche con valore di escl., per esprimere biasimo, scontento e simili: ancora non sei pronto? male!

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