megàttera

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Zoologia

sf. [da mega-+greco pterón, ala, pinna]. Nome della Megaptera novaeangliae, cetaceo misticete della famiglia dei Balenotteridi, lungo fino a 16 m, di corporatura massiccia e con pinne pettorali che misurano sino a 1/3 della lunghezza totale del corpo; caratteristiche le irregolari nodosità ed escrescenze presenti sul capo e sulle pinne. Quando si immerge fa sporgere in alto la parte posteriore del tronco e l'ampia pinna caudale.

Etologia

La megattera è un cetaceo pelagico che compie migrazioni stagionali dalle zone tropicali, in cui trascorre l'inverno e in cui si accoppia e partorisce, a quelle polari, in cui vive e si nutre in estate. Forma gruppi di 2-20 individui, nei quali soprattutto i più giovani trovano valida protezione contro i grandi squali e le orche. Nelle aree di alimentazione estiva i gruppi sono più piccoli e solo le madri con i loro figli formano nuclei stabili. Per l'accesso alle femmine i maschi competono per mezzo di “canti” e lotte fisiche. I canti delle megattere, registrati per la prima volta alcune decine di anni fa, sono vocalizzazioni complesse, prolungate e melodiose, emesse apparentemente solo dai maschi e soltanto nella stagione degli amori e sembrano variabili di stagione in stagione e da area ad area. Probabilmente hanno una funzione di corteggiamento, la stessa dei canti degli Uccelli. I maschi si minacciano gonfiando la gola o nuotando con la testa fuori dall'acqua o battendo fortemente l'acqua con le pinne e la coda e lottano con colpi di pinna o di coda o lanciandosi fuori dall'acqua e ricadendo sull'avversario. La competizione tende a portare il maschio più vicino al gruppo di femmine, dove gli è più facile controllare l'harem e riuscire ad accoppiarsi. Come un maschio ottenga il successo dalla lotta è tuttavia oggetto di congetture, dato che l'accoppiamento non è mai stato osservato. Salti fuori dall'acqua, durante i quali la grande pinna pettorale può essere agitata in aria, sono frequenti ma la loro funzione è di incerta interpretazione. Si suggerisce fra l'altro che questi salti siano esibizioni aggressive o comportamenti di comunicazione a distanza.

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